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E’ stato presentato pochi giorni fa a Roma il XIV Rapporto Meridiano Sanità di The  European House – Ambrosetti (EUHA). Si tratta di un "pensatoio" di grande prestigio che annualmente pubblica un rapporto che affronta alcune problematiche emergenti della sanità pubblica sia a livello nazionale che internazionale. Nel sito di EUHA si trova tutta la documentazione relativa sia  all’evento di presentazione del rapporto che al rapporto stesso.

I temi trattati vanno dalle demenze alle vaccinazioni, ma la parte cui di solito si dà più risalto è quella con la valutazione delle performance regionali attraverso famiglie di indicatori che esplorano varie dimensioni della qualità dei servizi. Questa valutazione porta a punteggi e classifiche che a seconda della posizione in classifica portano le Regioni a pubblicizzarle o a non commentarle. Quest’anno la prima a divulgare i dati è stata l’Emilia-Romagna risultata prima in una delle classifiche in cui si riassumono i diversi indicatori. Le Marche no, non li hanno commentati. Il motivo è semplice: purtroppo anche questo sistema di valutazione delle performance regionali ci colloca più o meno a centroclassifica con una performance in diverse aree inferiore alla media nazionale. Del resto ciò era avvenuto anche lo scorso anno come avevamo avuto modo di commentare.

Sarebbe importante che si facesse una lettura di questo rapporto a livello sia politico-istituzionale che tecnico e sociale.  Noi cercheremo con successivi post di aiutare questa lettura che dovrebbe portare a valutazioni utili per la identificazione delle criticità di sistema da trattare in forma di analisi e proposta nel Piano.

Oggi ci limitiamo a citare un dato non nuovo e ancora una volta purtroppo non sorprendente: il sottofinanziamento della prevenzione in generale e di quella nei luoghi di lavoro in particolare. La percentuale della spesa sanitaria regionale dedicata alla prevenzione è solo del 3,5% (terz'ultima Regione in Italia) e di questa solo l’8%  è dedicato alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Sono davvero dati che colpiscono, fermo restando che andrebbero verificati approfonditi. Ma ciò che colpisce di più è la mancata risposta ai tanti segnali che sono venuti anche di recente dal sindacato. Segnali legati a loro volta all’aumento degli infortuni, compresi quelli mortali. Ma sono venuti anche segnali dal sistema di monitoraggio dei LEA in cui per la prima volta sulle attività ispettive nei luoghi di lavoro le Marche non hanno raggiunto nemmeno il livello minimo di operatività previsto per il corrispondente indicatore.  Adesso c'è il rischio di un ulteriore probabile slittamento delle Marche nella classifica ministeriale della griglia LEA in cui dovremmo finire, a dati pubblicati, dietro l’Abruzzo. Intanto il bilancio di chiusura 2018 dell’ASUR ha ufficializzato il dato negativo dell’indicatore. Insomma, il dato negativo del Rapporto Meridiano Sanità  trova conferma in altri indicatori negativi sia di tipo epidemiologico che organizzativo. 

Eppure nel suo programma a proposito della prevenzione  questa Giunta aveva inserito tra i suoi obiettivi:

il potenziamento e la qualificazione delle attività di prevenzione, a partire dalla prevenzione ambientale, dalla sana alimentazione e dagli stili di vita, dalle attività di screening e dalle vaccinazioni

Viene il sospetto che la mancata citazione nella frase della prevenzione nei luoghi di lavoro non sia stata casuale. D’altra parte l’aver inserito la prevenzione ambientale nel programma non ha aiutato una gestione più matura della vicenda di Falconara Marittima e delle aree limitrofe. Come non ha aiutato in Regione per diversi anni la pratica vaccinale e i programmi per la diagnosi precoce dei tumori. E quindi è proprio la prevenzione, al pari di quasi tutte le attività territoriali, a non essere al centro della attenzione del governo regionale della sanità.

Questa disattenzione si traduce da una parte nel sottofinanziamento e conseguente ridotta disponibilità di personale  nei servizi di prevenzione e dall’altra – immagino - si traduce in  un comprensibile grado di frustrazione tra gli operatori. Ci mancherebbe altro adesso che si finisse con l’attribuire a questi la responsabilità delle carenze nelle attività di prevenzione, a loro volta causa di infortuni e malattie forse prevenibili o meglio trattabili perché diagnosticate precocemente.

Credo che sia interesse di tutti ragionare in modo critico e costruttivo su quali sono i meccanismi che portano il governo della sanità delle Marche a trascurare in modo sistematico e continuo ciò che fa parte della storia della sanità pubblica regionale e  fa parte persino dei suoi programmi. Non ritengo che sia una scelta consapevole, ma allo stesso tempo ritengo che questa sia una aggravante.

Mancano i dati? No, sono anni che gli indicatori  della griglia LEA e degli altri sistemi di monitoraggio delle performance regionali segnalano i problemi di cui stiamo parlando. Gli operatori non hanno lanciato segnali o fatto richieste? Sono sicuro di no. I sindacati non ne hanno mai parlato? So per certo che hanno ripetutamente segnalato queste criticità! Di salute ambientale nessun vuol parlare? L’ARPAM per anni ci ha lavorato molto e bene e i cittadini e le associazioni di tutela su Falconara hanno fatto pressione per risposte chiare e scientificamente fondate.

Per concludere, io credo che sia saltato in larga misura e vada pertanto ricostruito quel sistema di relazioni e informazioni che dovrebbe supportare, stimolare  e verificare il governo politico della sanità regionale. Non è mai troppo tardi per farlo. E la prevenzione è sempre per definizione un buon punto di partenza.

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