Tutta Italia si interroga sulla carenza di medici a partire dagli specialisti. Basta prendere un qualunque numero di Quotidiano Sanità e ci si trova qualche articolo o lettera dedicato al tema della drammatica carenza di specialisti. Ad esempio sulla drammatica carenza di specialisti in Veneto.
E nelle Marche?
C’è un qualche documento o qualche “concreta” iniziativa in corso per incrociare i dati sulla attuale offerta formativa (anche alla luce dei più stringenti criteri ministeriali per l’accreditamento delle Scuole di Specializzazione, tema che ha stimolato anche l’attenzione della Gabbanelli) con il fabbisogno stimabile delle diverse figure specialistiche?
Già oggi basta girare nelle nostre strutture o nei nostri uffici per trovare riscontro di concorsi andati “deserti” (gli avvisi per i tempi determinati poi…) e della caccia allo specialista fatta purtroppo dentro casa nostra e quindi con gli specialisti che per coprire la struttura A lasciano in enorme difficoltà la struttura B. Ma sia A che B sono dentro il nostro sistema sanitario Regionale.
E nel prossimo futuro? Con il picco atteso di pensionamenti e con le scelte che si stanno facendo di potenziare alte specialità di cui nelle Marche manca la Scuola di Specializzazione?
Ma la situazione non è diversa con i Medici di Medicina Generale e per i Medici della Continuità Assistenziale, come già segnalato dal Collega Massimo Magi, segretario regionale della FIMMG.
Stranissimo che questa enorme criticità sembra non essere considerata prioritaria nelle Marche, tanto che dati e documenti al riguardo non circolano e che nel Piano del problema si fa solo generico cenno.
Vi è un sempre sorprendente divario tra le priorità percepite dalla politica (gli ospedali da quelli di secondo livello a quelli di area disagiata) e quelle di chi fa una lettura tecnica del sistema (cronicità e disponibilità di professionisti). Ma una domanda sorge spontanea: ma questa politica fa da sola? Qualcuno che le ricordi “come stanno le cose” lo vogliamo trovare?