E’ disponibile nel sito della Regione la DGR 81 del 28 gennaio 2019 con il testo della proposta della Giunta di Piano Socio-sanitario regionale 2019-2021. Rispetto al documento iniziale in questa versione del Piano ci sono alcune modifiche che vale la pena di segnalare.
Le segnaliamo subito per far poi seguire un rapido commento.
Le modifiche sono integrazioni che corrispondono ad una delle quattro seguenti tipologie:
- toppe (per cinque buchi) : tre riguardano grossi temi colpevolmente dimenticati nella parte generale della prima stesura (la mobilità sanitaria, i privati e le politiche occupazionali) e due riguardano criticità importanti cui non corrispondeva alcun intervento (consultori familiari e case della salute);
- scuse per dimenticanze gravi (due): sindacati e Comitati di partecipazione dimenticati in fase di predisposizione del Piano e omessi nel testo dello stesso nelle fasi di governo e monitoraggio del Piano;
- clamorose forzature (due in una): stabilimenti di Pergola ed Amandola attribuiti d’ufficio alla classificazione di ospedali con Pronto Soccorso o di area disagiata;
- frasi che suonano bene, ma ancora prive di concretezza (una): il budget sanitario assistenziale personalizzato.
Le toppe non coprono il buco: sono generiche in linea con tutto il resto del Piano. Tanto valeva lasciare il buco in modo da riprendere in IV Commissione i diversi temi con le dovute analisi ed approfondimenti.
Le scuse immagino siano accettate se non fosse che sono rivolte a chi avrebbe partecipato al Piano nell’ambito di una consultazione che non avrebbe precedenti (questo sosteneva il comunicato stampa della Regione). E allora perché scusarsi?
Le clamorose forzature sono già diventate motivo di attrito all’interno della maggioranza. E tecnicamente non sono supportate da analisi che andavano fatte prima.
Quanto alle frasi che suonano bene, una più una meno …
E adesso una rassegna delle integrazioni/modifiche.
Prima modifica: la mobilità sanitaria
Nel documento iniziale non si parlava mai di mobilità sanitaria (o perlomeno non in senso “proprio”). Adesso a pagina 16 dentro il paragrafo sullo stato di salute se ne parla nei termini che seguono in un punto tutto nuovo che qui sintetizziamo:
Per quanto riguarda la mobilità interregionale i valori scambiati nel 2017 per la mobilità attiva ammontano a circa 116 milioni di euro mentre per la mobilità passiva ammontano a circa 163 milioni di euro, con un saldo negativo pari a circa -47 milioni, che rappresenta un importante elemento di criticità per la Regione ma che mostra un significativo miglioramento rispetto all'anno precedente (nel 2016, il saldo risultava pari a-56 milioni). Le voci economicamente più rilevanti - sia per la mobilità attiva che passiva - riguardano l'attività di ricovero (76,3% la passiva, 78,8% l'attiva) e la specialistica ambulatoriale (14,2% la passiva e 12,7% l'attiva). Per quanto attiene l'attività di ricovero ospedaliera, nel 2017 si è considerevolmente ridotto il saldo negativo, passato da -46,6 milioni di euro a -33 milioni di euro, in seguito ad una riduzione della mobilità passiva di circa 3 milioni ma soprattutto ad un incremento della mobilità attiva di circa 11 milioni. In particolare, l'analisi dei dati evidenzia che il saldo negativo riguarda principalmente alcune discipline ospedaliere quali l'ortopedia e la riabilitazione-rieducazione funzionale (p.es. per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto di arti inferiori, interventi sul ginocchio), la chirurgia generale (p.es. per interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne).
Seconda modifica: nasce un tavolo sulle politiche occupazionali
A pagina 37 si prevede un nuovo capoverso:
l'attivazione, presso il Servizio Sanità, di un tavolo di monitoraggio con gli Enti del SSR e le OO.SS. avente ad oggetto le politiche occupazionali, anche in relazione agli effetti derivanti dal D.M. 70/2015, nonché alla valutazione del fabbisogno di personale e correlate previsioni occupazionali necessarie alla garanzia dei LEA, con specifica attenzione ai servizi e alle strutture territoriali.
Terza modifica: nella governance saranno coinvolte le organizzazioni sindacali e i Comitati di partecipazione
A pagina 37 si dice che (in grassetto l’integrazione):
il Piano Socio Sanitario Regionale, nell'ambito del consolidamento dell'assetto istituzionale, individuerà gli strumenti più adeguati per un miglior esercizio della governance con il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza dei sindacati dei lavoratori, dei Comitati di Partecipazione di cui all'art. 24 Legge regionale 13/03, dell'associazionismo dei cittadini e del mondo del volontariato, per il rafforzamento del ruolo del sistema pubblico, anche nella sua funzione di committenza nei confronti del privato convenzionato.
Quarta modifica: nasce il budget sanitario assistenziale personalizzato
A pagina 38 un nuovo paragrafo:
L'integrazione organizzativa comporta inoltre che la componente economico-finanziaria si strutturi, si consolidi ed evolva fino a prevedere una integrazione dei fondi, verso il budget sanitario assistenziale personalizzato già auspicato da diversi documenti regionali, in maniera tale che, pur mantenendo la specificità dei finanziamenti nazionali, sia possibile co-progettare azioni efficaci integrate tra sociale e sanitario, tra sanitario e sanitario ed anche con i servizi già esistenti di organismi diversi, nel campo del volontariato e del privato sociale accreditato.
Quinta modifica: si parla specificamente del privato
A pagina 39 un nuovo e lungo passaggio sul privato che qui sintetizziamo:
Gli auspicati effetti di aumento dell'efficienza, dell'economicità e dell'efficacia dell'intervento pubblico, grazie ad una presenza concorrenziale da parte del privato non sono stati completamente raggiunti.
L'utilizzo dello strumento della programmazione, della modificazione degli assetti normativo e amministrativo, permetteranno alla Regione Marche di governare l'equilibrio del margine di operatività dei fornitori privati di prestazioni sanitarie.
Con riferimento ai contenuti del Regolamento Regionale n. 1/2018: il settore ospedaliero è quello dove è e sarà più contenuta la spesa sanitaria per i privati; la parte relativa agli ambulatori dovrà essere oggetto di una riorganizzazione complessiva per governare e razionalizzare il contributo del privato; il sanitario extraospedaliero e il sociosanitario sono i settori con gli interventi residenziali e semiresidenziali dove, storicamente, la presenza del privato (soprattutto privato sociale) è maggiore e, quindi, andrà ulteriormente regolata in funzione del riequilibrio territoriale previsto dall'atto di fabbisogno; il settore delle terme, ancorché marginale, è appannaggio quasi esclusivo dei privati, di conseguenza sarà oggetto di attenzione specifica; nel settore degli studi la parte relativa ad accreditamenti e accordi contrattuali è sostanzialmente delimitata e circoscritta .
In tutti questi ambiti i quattro strumenti previsti dall'ordinamento: l'autorizzazione alla realizzazione di strutture sanitarie e sociosanitarie, l'autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie e sociosanitarie, l'accreditamento e gli accordi contrattuali indicano gli strumenti di governo del percorso, sono il luogo privilegiato di governo del settore. I primi due strumenti assicurano il rispetto dei presupposti minimi per l'attività sanitaria in generale; gli altri sono collegati dalla finalità ultima di rendere accessibili risorse pubbliche a soggetti privati: accreditamento propedeutico a fornire prestazioni sanitarie e sociosanitarie nell'ambito del servizio pubblico, mentre l'accordo è necessario per remunerare le prestazioni a spese del servizio pubblico. Proprio per la loro diversa funzione questi procedimenti implicano anche livelli, criteri e meccanismi differenziati di controllo che la Regione Marche eserciterà in modo sempre più strutturato e diffuso.
Sesta modifica: Pergola e Amandola presidi ospedalieri di area disagiata
A pagina 51 un nuovo capoverso:
Per le strutture ospedaliere di Pergola ed Amandola, situate in aree disagiate, si prevede, in coerenza con i criteri della programmazione nazionale, la funzione di presidio ospedaliero con pronto soccorso o, in subordine, di presidio ospedaliero in zone particolarmente disagiate.
Un’ultima modifica: alla Valutazione del Piano parteciperanno anche i Comitati di Partecipazione
A pagina 60 c’è una integrazione qui di seguito riconoscibile in grassetto:
Il Comitato di valutazione, costituito con deliberazione della Giunta regionale, verifica periodicamente lo stato di attuazione di ciascun intervento. Nel comitato, oltre al Dirigente del Servizio regionale competente in materia e al Direttore dell'Agenzia regionale sanitaria, partecipano referenti degli Enti del SSR, degli Enti locali, delle Organizzazioni sindacali, dei Comitati di partecipazione dei cittadini di cui all'art. 24 della L.R. 13/03, e di altri soggetti che si ritiene utile coinvolgere, in relazione alle specifiche competenze, per mantenere attivo il sistema di partecipazione e condivisione.
E infine due nuove schede intervento
Sono state inserite due nuove schede intervento sulle case della salute (scheda 13) e sui consultori familiari (scheda 19).
Come in tutte le altre schede manca la chiara identificazione delle responsabilità, delle risorse e dei tempi.