Di quello che i veterinari delle Aziende sanitarie combinano ogni giorno non so nulla! Non me ne vanto, ma è difficile star dietro a tutto.
Si occupano di allevamenti, pesca, ecc...
Nella loro sinteticità, gli indicatori selezionati per verificare il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza analizzano alcune dimensione dell'attività dei servizi veterinari. Nell'ultima valutazione tutti raggiungono la sufficienza tranne uno che però registra un peggioramento corrispondente ad uno "scostamento non accettabile". Magari è una cosa grave!
Ma in realtà il lavoro quotidiano dei veterinari delle Aziende sanitarie garantisce a noi tutti una sicurezza straordinaria. Però, come per molte altre cose, ci rendiamo conto pienamente del loro valore solo qualora smettano di funzionare...
Ma non è solo una questione di salute per i cittadini!
Un intero ramo di attività produttiva di questa Regione (che forse a volte subisce mal volentieri l'attività quotidiana di controllo sul campo - spesso in senso letterale - esercitata dai veterinari) dipende dall'estensione dell'attività ispettiva dei veterinari, poiché in caso di insufficienza nel numero di controlli effettuati può scattare un blocco alla possibilità di commercializzare i prodotti, poiché non più sicuri per il consumo umano. Sì: stiamo parlando del rischio di fallimento per moltissime imprese!
Purtroppo la penalizzazione della prevenzione nella nostra Regione colpisce anche i servizi veterinari, che in questi anni stanno procedendo ad una profonda riorganizzazione delle attività che viene riorganizzata a livello di Area vasta e la maggiore ampiezza territoriale del bacino di riferimento dei servizi in questo caso si riflette immediatamente in un aumento della complessità operativa!
La riduzione delle strutture complesse (i primariati) degli scorsi anni ha colpito pesantemente i servizi veterinari con una forte riduzione del numero di incarichi, che forse avrebbe richiesto una maggiore attenzione e ascolto di questi operatori e pone un tema rimosso nella nostra Regione: il sottodimensionamento di tutti quello che non è ospedale. Basta leggere la seguente tabella (la relazione sugli adempimenti 2014 - pagina 390, queste relazioni degli anni successivi non sono state rese pubbliche dal Ministero... per questo serve l'accesso agli atti!):
Gli standard sulle strutture complesse prevedevano parametri per quelle ospedaliere e quelle non ospedaliere, ma la seconda parte - non ospedaliera - non ha riscosso abbastanza successo... Vediamo: nella tabella secondo gli standard potevano essere 170, la Regione ne prevedeva 155... quelle occupate (nel 2014): 109!
Cosa sarebbe accaduto alla salute dei cittadini se avessimo avuto qualche struttura complessa (primariati) non ospedaliera in più? Forse un po' di salute in più (prevenzione e assistenza distrettuale), ma anche migliori attività economiche!
Sarebbe utile conoscere la situazione attuale (dalla Regione o aspettando l'esito dell'accesso agli atti!), per capire e quindi per programmare, dimenticando per qualche minuto l'"ospedale pensiero unico"!