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Il 10 gennaio 2018 la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato la relazione finale dell'Indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità: seguito e conclusione dell'indagine conoscitiva. Approvazione del documento conclusivo (sono disponibili on line anche le audizioni della Commissione).

Con colpevole ritardo diamo finalmente risalto ad un documento la cui lettura ci dà qualche motivo se non di ottimismo almeno di impegno. Del resto la presenza come relatrice di Nerina Dirindin (insieme al senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri) costituiva una sicura garanzia. Meno scontata è stata condivisione tra le diverse forze politiche dell'impostazione e del contenuto del documento. Segno che quando la leadership culturale e politica è forte si riesce a creare un clima diverso. 

Ci sentiamo di raccomandare la lettura integrale del documento che naturalmente, dati alla mano, può essere adattato ad una realtà regionale. Ecco l'interessante sintesi della relazione:

"A. Il Servizio Sanitario Nazionale produce risultati di eccellenza, riconosciuti in ambito internazionale, con livelli di spesa sensibilmente inferiori a quelli dei maggiori paesi europei: consolidare tali risultati senza compromettere equità e qualità dei servizi deve costituire una priorità, soprattutto in tempi di crisi, dell’agenda politica dei prossimi anni.  

B. Gli italiani godono di una aspettativa di vita e di livelli di salute molto positivi, ai primi posti nelle graduatorie mondiali; criticità si rilevano in alcuni fattori di rischio (obesità infantile, fumo tra i giovani, sedentarietà) e nei tassi di copertura/adesione dei programmi di screening e vaccinali sui quali è necessario intervenire, anche per contribuire alla sostenibilità del sistema.

C. Nonostante le contenute dimensioni della spesa sanitaria (in rapporto al Pil e in valore assoluto), il Ssn è stato sottoposto negli ultimi anni a notevoli restrizioni (finanziarie, di personale, tecnologiche e strutturali), soprattutto nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro, che hanno contribuito a contenere la spesa ma che stanno producendo effetti preoccupanti sulla capacità di erogare i servizi e sul funzionamento stesso contribuendo ad alimentare le importanti disomogeneità presenti tra le varie Regioni e di conseguenza l’equità del sistema.

D. Crisi economica e restrizioni alla sanità pubblica stanno pregiudicando le condizioni di accesso ai servizi sanitari, soprattutto fra le categorie più deboli e nelle regioni più in difficoltà, aggravando le già importanti diseguaglianze sociali e territoriali esistenti nel Paese. Gli strumenti di governo della spesa sanitaria pubblica non possono prescindere dagli effetti sulle diseguaglianze nella tutela della salute.

E. Negli ultimi anni, il Ssn è stato interessato da una serie di interventi, convenuti in sede pattizia tra lo Stato e le Regioni, che gradualmente hanno permesso l’implementazione di un articolato sistema di governance che non ha eguali in tutta la Pubblica Amministrazione e che ha anticipato le azioni di revisione della spesa oggi in discussione in molti altri settori, ha consentito di ridurre i disavanzi e contenere la dinamica della spesa.

F. L’invecchiamento della popolazione, soprattutto l’invecchiamento in buona salute, è un’importante conquista sociale e non può continuare ad essere considerato, come dimostrano rigorosi studi internazionali, un drammatico fattore di crescita della spesa sanitaria e una grave minaccia per la sostenibilità del sistema.

G. I molteplici vincoli imposti alla spesa e alla dotazione del personale stanno indebolendo il servizio sanitario in tutte le regioni, elevando l’età media dei dipendenti e demotivando la principale risorsa su cui può contare un sistema di tutela della salute. Una accurata revisione dei vincoli vigenti introducendo elementi di flessibilità, soprattutto ove causa di effetti perversi, appare necessaria per la salvaguardia e la sostenibilità del sistema.

H. La prevenzione può contribuire in maniera significativa non solo alla salute della popolazione ma anche alla sostenibilità del sistema; la maggior parte degli interventi sugli stili di vita e dei programmi di screening e vaccinali producono effetti consistenti non solo nel medio-lungo periodo ma anche nel breve soprattutto se si considera una prospettiva più ampia che supera l’ambito dei costi sanitari diretti e indiretti ma considera anche l’ambito sociale.

I. Lo sviluppo di politiche per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio sulla vita e sulla salute di un ambiente contaminato, insalubre e poco sicuro può ridurre in modo significativo i costi sociali ed economici (compresi quelli sanitari) che ricadono sulla collettività, in particolare a danno delle persone socialmente più svantaggiate.

J. L’informatizzazione e le nuove tecnologie digitali possono contribuire a migliorare l’accessibilità al sistema, l’integrazione dei servizi per gli operatori e per il cittadino, garantire maggiore trasparenza delle informazioni migliorando l’efficienza e la sostenibilità stessa del sistema.

K. Le liste d’attesa, il ricorso sempre più frequente al privato e l’aumento progressivo della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria impone un serio ripensamento a livello politico nella definizione dei nuovi LEA che possano rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini, nella ridefinizione dei criteri di esenzione e dei ticket.

L. Roy Romanow nelle conclusioni della Commission on the Future of Health Care in Canada sostiene «il sistema è tanto sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia». Non si tratta di un problema economico (quante risorse sono necessarie), ma si tratta di definire i principi che consentono di specificare i termini della sostenibilità di un sistema sanitario. Un sistema deve essere sostenibile per cosa? Quali tipo di servizi e prestazioni devono essere incluse? Cosa concorre alla sostenibilità del sistema sanitario? Troppo spesso la salute e la spesa per salute è stata considerata solo un tema di sanità, dimenticando gli impatti sul sistema economico e produttivo del Paese. La sostenibilità del sistema sanitario è prima di tutto un problema culturale e politico. Da queste conclusioni è necessario ripartire".


Nel sito e nel blog cerchiamo di fornire e  illustrare i dati della nostra Regione in modo da contribuire a porre le basi di un processo di Piano che potrebbe in una primissima fase partire proprio con una indagine conoscitiva sulla qualità e sostenibilità del Servizio Sanitario Regionale delle Marche del tipo e sulla base di quella predisposta dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato. Che nel caso delle Marche potrebbe essere affidata alla commissione consiliare competente e potrebbe coinvolgere in modo partecipato sindacati, associazioni dei cittadini, conferenze dei sindaci, università, mondo economico, istituti di ricerca, ecc. Insomma, tutti coloro di cui è prevista la partecipazione al processo di Piano.

Qui abbiamo messo a disposizione materiali forse utili per definire una Relazione sullo stato di salute che dovrebbe essere una premessa analisi tecnica della situazione in essere.

Per la politica marchigiana (tutta) questa indagine costituirebbe una formidabile occasione di crescita culturale e di omogeneizzazione del linguaggio, rimuovendo ogni ombra di dubbio su intenzioni nascoste o progetti preconfezionati.

Per concludere ricordiamo ancora una volta che nel 2018  a 40 anni dalla istituzione del Servizio Sanitario Nazionale questo modo di lavorare ci riporterebbe al clima di quei momenti (quale fu quello che consentì l'approvazione della L. 833/1978) in cui la politica torna grande con e per i cittadini. 

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