Abbiamo più volte richiamato in questo blog le forti carenze della Regione Marche in tema di salute mentale e neuropsichiatria infantile. Queste carenze trovano continuamente conferma anche in documenti a livello nazionale.
Partiamo dalla salute mentale. Nell’ultima (mi pare) newsletter della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica ci sono i numeri delle Marche. Rimandiamo al link per la lettura dei numeri mentre il loro commento lo riportiamo qui:
Le principali criticità (della Regione Marche, ndr) risultano legate ad un ridotto investimento in risorse umane ed economiche, ad una scarsa capacità di intercettare nuovi casi e ad un numero di dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici superiore alla media nazionale.
Complessivamente, la lettura dei dati presenta elementi significativi che si pongono all’attenzione della programmazione regionale: i bassi tassi di incidenza trattata, con particolare riferimento ai nuovi casi di schizofrenia, che indicano l’opportunità di implementare strategie volte ad aumentare l’accesso ai servizi territoriali; i più elevati tassi di dimissioni con diagnosi psichiatrica da reparti non psichiatrici, che segnalano un’area di potenziale inappropriatezza.
Quanto alla neuropsichiatria infantile una idea delle criticità la dà una ricerca di qualche anno fa sulle urgenze e le modalità di risposta nelle diverse Regioni.
Ma di tutto questo la Regione è a conoscenza? La risposta sembrerebbe di si. La Regione sa, tanto che nella Relazione Programmatica della Giunta 2015-2020 si mette al secondo posto tra le azioni “precise” da adottare: il potenziamento di una rete sulla salute mentale e neuropsichiatria infantile, con il rafforzamento della rete diagnostica e, soprattutto, di presa in carico e di terapia, assicurando la libera scelta, l'anonimato e il supporto alla famiglia anche attraverso l’attivazione di linee di azione sui problemi degli adolescenti come il bullismo, i disturbi del comportamento alimentare, nuove droghe, alcolismo.
E il Piano (quello nuovo)? Di fatto nessun cenno e quindi nessuna analisi e nessuna scheda. E’ vero che in IV Commissione qualcosa si potrà recuperare, ma questa distanza tra i bisogni dei cittadini e i dati (allarmanti) sui servizi da una parte e (dis)attenzione gestionale e programmatoria dall’altra preoccupano. E non poco. Come dire: assalto francese e ritirata spagnola. Ma in battaglie come quella per la salute mentale a tutte le età di questo modo di dire faremmo volentieri a meno.