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Un tema che ricorre spesso oggi nei dibattiti sulla sanità italiana è quello della carenza di medici. I pensionamenti prevedibili legati alla cosiddetta quota 100 secondo alcune elaborazioni di Quotidiano Sanità potrebbero mediamente interessare il 7 % circa del complesso degli operatori. Quella dei medici non è l’unica figura professionale interessata, ma oggi parliamo soprattutto di loro.

Diventa sempre più urgente disporre di dati sul fabbisogno di medici in modo da programmarne la formazione e da garantirne il progressivo inserimento nelle strutture pubbliche ormai sempre più in sofferenza fino al punto da dover acquisire medici con formule amministrativamente  corrette, come il ricorso a cooperative, ma francamente preoccupanti dal punto di vista della qualità del servizio specie quando ad essere “appaltati” sono i servizi di emergenza.

Molte Regioni da tempo si sono attrezzate per programmare il fabbisogno di medici in modo da contrastare i rischi connessi alla carenza di questa figura professionale. Tra queste la Regione Emilia-Romagna che già nel 2014 aveva pubblicato un dossier (il 239) al riguardo frutto di un gruppo di lavoro. Gli obiettivi dello studio erano:

  • creare previsioni a medio-lungo termine sul fabbisogno occupazionale degli specialisti medici in Emilia-Romagna;
  • creare previsioni a medio-lungo termine sul fabbisogno formativo di specialisti medici in base a diversi scenari sulla domanda regionale di alcune specialità;
  • mettere a punto un “indice di criticità” che relazioni l’offerta, la disponibilità e la domanda di specialisti medici al fine di orientare annualmente la negoziazione dei posti soprannumerari in Scuole di specializzazione (modello allocativo).

Crediamo che potrebbe essere un segnale importante per la comunità professionale degli operatori sanitari marchigiani (e di chi li rappresenta come i sindacati) avere la consapevolezza che anche nella nostra Regione si sta procedendo con urgenza e metodo a programmare il fabbisogno delle diverse figure professionali.

Per mandare avanti bene il Servizio Sanitario Nazionale e quelli regionali non basta fare affidamento solo sulla resilienza  degli operatori e quindi sulla loro adattabilità ad un contesto sempre più sfavorevole. Al riguardo riprendiamo le due frasi finali di  un post del blog di Epidemiologia e Prevenzione dedicato proprio alla carenza di medici:

Ma al di là dei problemi finanziari e delle questioni corporative e delle contese politiche, è necessario che tutti coloro che fanno parte del SSN abbiano come desiderio quello di garantire il più possibile a tutte le persone che vivono in Italia il massimo livello possibile di salute, di assistenza e di protezione. E perché questo desiderio non venga soffocato, è importante che si garantisca agli operatori di poter ottenere buoni livelli di soddisfazione professionale.

Con l’augurio che il SSN dimostri sempre una elevata capacità di resilienza, ci si renda conto però che per garantire un giusto livello di soddisfazione degli utenti non si può prescindere anche dal garantire una giusta soddisfazione degli operatori perché solo così si può chieder loro di “crederci nel SSN”.

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