La risposta alla domanda del titolo richiede in realtà di rispondere a più domande. Nell’ordine:
- come si fa a riconoscere l’esistenza di una politica sanitaria?
- come si fa a riconoscere (e prima ancora: esiste?) una politica sanitaria di sinistra?
- come si colloca la politica sanitaria attuale delle Marche?
Subito la risposta: la Regione Marche ha una sua politica sanitaria che non è certo di sinistra.
E adesso sviluppiamo un po’ meglio il tema cominciando a rispondere alla prima domanda: come si riconosce l’esistenza di una politica sanitaria regionale?
In inglese per politica ci sono due termini: policy e politics. In Italia uno solo: politica appunto. Adesso vi darò le mie definizioni delle due versioni del termine "politica" in inglese. La policy rappresenta l’approccio organico ad un problema (nel nostro caso la tutela della salute) che partendo da una analisi dei dati e poggiando su una serie di principi e valori espliciti e praticati promuove una serie di azioni e le verifica. No, questo tipo di politica la Regione Marche non la esprime. Nelle Marche non ci sono dati, non ci sono principi e valori espliciti e (soprattutto) praticati, non ci sono verifiche. Azioni tante, ma fuori di quel quadro non definiscono una policy. La politics è la ricerca del consenso attraverso una serie di azioni mirate a specifici gruppi di interesse (aree territoriali, rappresentanze sociali, interessi economici, ecc). Questa politica nelle Marche c’è (verrebbe da aggiungere: eccome!).
Adesso vi darò invece nel corsivo che segue una definizione più accademica non mia:
Due parole, in inglese, Policy and Politics, anche se in apparenza simili, hanno significati molto diversi. Policy è la ricerca di una via razionale per risolvere problemi complessi che coinvolgono società, economia e tecnologia. Politics è la ricerca di consensi popolari, e la loro aggregazione verso soluzioni che siano accettate anche se non necessariamente ottimali.
In Italiano abbiamo una parola sola: la Politica che va direttamente alla Politics, dove ‘credo’ e filosofie diversi finiscono spesso per essere un dato a priori e che finisce per mettere in seconda linea la Policy. Si mescolano valori ed interessi e si piega la razionalità all’esercizio puro e semplice di un potere spesso solo ideologico.
Via più o meno è quello che ho detto io. E quindi nelle Marche tanta politics e poca policy.
Adesso la seconda domanda: come si fa a riconoscere una politica sanitaria di sinistra (sia essa sotto forma di policy o di politics)?
Difficile rispondere. Specie oggi, specie di questi tempi. Per quelli della mia generazione (che si sono laureati ai tempi della Riforma Sanitaria del 1978) la politica sanitaria di sinistra la riconoscevi per alcune caratteristiche: l’orientamento alla prevenzione (con un forte accento sulla prevenzione nei luoghi di lavoro) , il forte investimento sui distretti, e quindi sui servizi territoriali e sull’integrazione socio-sanitaria, la scelta di favorire la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, la attenzione ai soggetti fragili e alle diseguaglianze sociali di salute.
Se quelli appena elencati sono i criteri per riconoscere la natura di sinistra di una politica sanitaria regionale non ci sono dubbi sulla risposta alla terza domanda: la politica sanitaria della Regione Marche non è di sinistra. E’ disattenta rispetto ai distretti, ai servizi territoriali e all’integrazione socio-sanitaria, non tutela le fragilità, sottofinanzia la prevenzione e certo non è un inno alla trasparenza (anzi).
Una ultima domanda (insidiosisissima): ma una politica sanitaria che definiamo di sinistra in base ai criteri ricordati prima non è semplicemente una buona politica (regionale, ma anche nazionale) che può essere praticata anche da governi di partiti non di sinistra?
La risposta è affermativa. Date una occhiata a questo link a un recente sito della Regione Veneto dedicato alle demenze. Per me è l’espressione di una buona politica. Fatta da una Regione governata da partiti non di sinistra, ma buona. Che è quello che conta.
PS Questo non è una spot elettorale. Però è un punto (in inglese, guarda un po', si dice anche spot) su cui riflettere.