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Ieri pomeriggio a Jesi si è tenuta una bella iniziativa dal titolo” IN-DIFFERENZE: l’esercizio del dubbio nella complessità sociale". A questa iniziativa ho partecipato, poi racconterò brevemente perché,  in qualità di conduttore (la locandina mi definiva “medico e blogger”, definizione che a me, semi-anafalbeta informatico, fa sempre una certa impressione).

Mi è parso valesse la pena dedicare all’evento un post nella rubrica Marchigiani brava gente per diversi ordini di motivi: la folta partecipazione (diverse decine di persone), la qualità dell’organizzazione e degli interventi e i  molti stimoli che dà al nostro mondo della sanità parlare di complessità e del dubbio come strumento per affrontarla.

Come è nata la cosa e come io ci sono entrato dentro.

Tutto da parte da una cosa buttata là per telefono da Augusto Melappioni (sì proprio lui, l’Assessore alla Sanità con cui lavorai in Regione - begli anni – dal 2002 al 2005) più o meno un paio di mesi fa. La cosa si fa un po’ più precisa con una seconda telefonata di circa un mese fa, seguita a distanza di  poche ore da questa mail di Silvano Sbarbati del 22 febbraio.

Gentile dott. Maffei, eccomi a lei per alcuni dettagli, spero utili, sull'evento.

Data: sabato 16 marzo p.v., ore 17.00 / 20.00

Sede: circoscrizione Via San Francesco a Jesi (davanti alla omonima chiesa)

Titolo: In / differenze - l'esercizio del dubbio nella complessità sociale

L'evento è nato dalla idea di affrontare in maniera contemporanea il tema antichissimo del rapporto con la legge (Antigone).

Due lettori (un ragazzo – Michele Cardinali - ed una donna – Patrizia Coduti) daranno vita ad una performance con un testo scritto ad hoc che prefigura il rapporto conflittuale con l'Altro e la sua accoglienza entro i recinti della umanità e /o della Legge. La performance dura circa 12/ 15 minuti.

Poi - un conduttore  che dovrebbe essere lei - stimola e regola l'intervento programmato di tre persone che sono: una insegnante di un liceo classico - un docente universitario di filosofia teoretica - il garante regionale per i diritti alla persona. Ovvero: la prof.ssa Sabrina Valentini, il prof. Roberto Mancini, l'avv. Andrea Nobili. Gli interventi programmati non dovrebbero superare i 15 minuti, per dare spazio ad eventuali interventi del pubblico e/ o repliche.

Non conosciamo il pubblico: speriamo in giovani e in persone interessate ad approfondire i temi che di questi tempi appaiono molto presenti nel dibattito  civile dell'Italia.  Vorremmo esaltare il pensiero ciritico e l'esercizio del dubbio...evidenziando la complessità del reale...Evitando gli scivolamenti nella polemica di schieramento politico...

Mi scuso con Silvano (con cui siamo rapidamente passati al tu) per avere usato la sua mail, ma era la miglior sintesi possibile dello spirito che ha animato l’iniziativa. Alla sua mail debbo aggiungere solo un commento per quel che riguarda il noi cui si riferiscono quei tre verbi riportati prima in grassetto nella ultima frase. Il noi è rappresentato da alcune  “ persone - gruppo spontaneo Tavignano Group -  che in questi mesi hanno riflettuto insieme e condiviso la preoccupazione per quello che accade in questa epoca, in questo nostro Paese” (l'espressione tra parentesi è tratta da un breve testo scritto dagli organizzatori per la presentazione dell’evento).

Non ci provo nemmeno a fare una sintesi di quanto esposto nelle riflessioni dei tre “personaggi” invitati a dare il loro contributo. Li chiamo personaggi perché la disposizione circolare delle sedie era stata pensata da Silvano in modo da evitare l’effetto palco (che non c’era) e da far stare sia chi parlava che chi ascoltava sullo stesso piano. Posso solo ricordare un paio di messaggi che mi porto a casa dal pomeriggio di ieri.

Primo messaggio. C’è una Italia di qualità nella società civile, nella  Università, nella Scuola e nelle Istituzioni che è disponibile all’impegno per il cambiamento.

Secondo messaggio. La complessità va accettata in modo da essere interpretata e “sciolta” e da evitare di essere vissuta come difficoltà “insormontabile” che giustifica la passività. Quanto al dubbio va esercitato in modo critico e propositivo. E va esercitato su tutto, anche su quello che ad una prima valutazione sembra interpretabile solo univocamente.

Ma la ricchezza degli interventi, stimolati dall’efficace  testo iniziale  “Anti vs Gone” scritto da Silvano e benissimo interpretato da Patrizia e Michele, va molto al di là di questi miei pensierini della domenica.

E prima di concludere veniamo a noi, alla sanità. Per chi avesse voglia (ne vale peraltro davvero la pena) di approfondire il tema del rapporto tra complessità e salute può partire da qui Complessità, parola d’ordine del mondo globalizzato.

Per la conclusione riporto invece alcune parole riprese dal bel sito del prof. Roberto Mancini:

La politica rinasce lì dove riemerge un “popolo” che sia disposto a battersi, nelle forme della democrazia e della nonviolenza, per una vita comune degna. Questo comporta l’impegno in quella che a tutti gli effetti è una lotta per l’indipendenza. […] La lotta per l’indipendenza non è un generico progressismo, è sollevazione nel senso proprio del termine, azione nonviolenta che solleva le persone dagli effetti oppressivi del sistema e inaugura processi di liberazione.

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