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Dura la vita del blogger che si occupa di politica sanitaria della (e nella) Regione Marche. Ogni giorno gli atti e i comunicati (e rassegne) stampa sono una fonte continua (quasi una cornucopia) di spunti critici da titoli acchiappa attenzione (chi paga i milioni di euro della mobilità attiva dei privati che le altre Regioni non ci hanno riconosciuto, la frettolosa gestione del contributo di solidarietà ai pazienti oncologici, la straordinaria fiducia nella tecnologia che porta a comunicati stampa che vanno dalle super-super-TAC agli ortopantomografi,  e qui l’elenco potrebbe continuare per pagine e pagine). Ma questo tipo di comunicazione non serve o quantomeno non è sufficiente a capire come stanno davvero le cose della nostra sanità. E allora il blogger con presunzione, ma anche con spirito di servizio, cercherà oggi in questa uggiosa mattinata di domenica di dare addirittura una idea complessiva dello stato del Servizio Sanitario Regionale delle Marche.

Lo sforzo sarà quello di vedere se al di là delle tante tematiche e polemiche “puntuali” su singole questioni (dalle liste di attesa ai nuovi ospedali, oltre a quelle già nominate) si riesce a ricostruire una trama di interventi/iniziative della politica sanitaria delle Marche in grado di migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Per farlo a mio parere di tecnico vanno ricercati e verificati alcuni  elementi di prioritaria importanza nell’insieme delle azioni e intenzioni attuali della Regione in sanità. E’ importante (direi: essenziale) tenere presente che tutte le problematiche/aree che verranno tra un po' elencate  vanno affrontate tutte in modo coerente e sistematico. Non ne puoi affrontare una senza affrontare tutte le altre o almeno buon parte di esse. Se la sanità regionale è un gomitolo intrecciato queste problematiche sono i fili che andrebbero tirati.

Un esempio sull’intreccio che c’è dietro ogni problema può aiutare. Prendiamo il cosiddetto “intasamento” dei Servizi di Pronto Soccorso. La soluzione di questo problema dipende da interventi in grado ad esempio di (elenco da completare offerto solo come esempio): 

  1. aumentare la capacità del sistema di cure primarie di offrire ai cittadini modelli più avanzati di integrazione tra medici di medicina generale e servizi distrettuali in modo da gestire la cronicità in modo pro-attivo e di garantire una maggiore capacità di filtro rispetto alle urgenze di minore gravità ad esempio attraverso strutture ambulatoriali ad accesso diretto nelle 12 ore diurne;
  2. promuovere la razionalizzazione della rete dei servizi di pronto soccorso in modo da averne meno e meglio funzionanti;
  3. utilizzare in forma integrata nei servizi di pronto soccorso i medici dell’emergenza territoriale;
  4. aumentare il livello di assistenza che a domicilio e nelle residenze di vario tipo si offre agli anziani, visto che è in questi contesti che spesso si determina il bisogno di ricorso urgente al Pronto Soccorso;
  5. consentire il potenziamento degli organici dei Servizi di Pronto Soccorso.

Se la sanità fosse un gomitolo – come dicevo - i fili che andrebbero tirati (tutti, contemporaneamente e “coerentemente”) sono i seguenti (non sono tutti, ma sono quasi tutti quelli più importanti): 

  1. la riqualificazione della rete ospedaliera in modo da avere un importante recupero di risorse da questo livello per un investimento a livello territoriale nei servizi distrettuali e nella prevenzione;
  2. la razionalizzazione ed il governo del sistema di emergenza territoriale 118;
  3. la ridefinizione degli accordi con la medicina generale che la integrino veramente con i servizi distrettuali dentro le case della salute;
  4. il potenziamento dei servizi distrettuali a tutti i livelli (ambulatoriale, domiciliare e residenziale/cure intermedie) e su tutte le aree (anziani, salute mentale, dipendenze patologiche, disabilità);
  5. il potenziamento dei servizi di prevenzione in tutti gli ambienti di vita e di lavoro;
  6. il governo del rapporto con i privati e le altre Regioni;
  7. la gestione trasparente dei processi decisionali attraverso la condivisione dei dati e della loro analisi;
  8. l’utilizzo a fini di miglioramento della qualità del sistema dei nuovi manuali di autorizzazione ed accreditamento;
  9. una politica delle risorse umane che programmi il fabbisogno delle varie figure professionali in funzione dei modelli organizzativi che si intende dare ai servizi.

Tutto questi fili andrebbero tirati (lo ripeto: tutti, contemporaneamente e coerentemente) e il manuale di istruzioni per riuscire a tirarli in modo da dipanare la matassa e non intricarla ulteriormente è (o dovrebbe essere) il Piano.

Purtroppo alcuni di questi fili non vengono proprio tirati (potenziamento dei servizi distrettuali e di prevenzione, politica delle risorse umane) e altri vengono tirati male (il governo del rapporto con  i privati, la costruzione dei nuovi manuali di autorizzazione ed accreditamento, la razionalizzazione ed il governo del sistema di emergenza territoriale 118, il rapporto con la medicina generale).

Lascio per ultimi perché esemplari i due punti sulla riqualificazione della rete ospedaliera e la gestione trasparente dei processi decisionali. Ho provato con  santa pazienza a capire in base agli atti e ai documenti ufficiali quando si faranno i nuovi ospedali e soprattutto perché. In alcuni casi (vedi quelli unici di Area vasta) non ho trovato praticamente niente, se non “tracce” di un dibattito acceso sulla sede (dove farli). Ma i dati che rispondono in modo  strutturato  alla domanda "in base a quali dati sanitari ed economici si ritiene che un nuovo ospedale in sostituzione dei due precedenti (o un nuovo ospedale più uno dei due vecchi ridimensionato) sia meglio della situazione attuale magari migliorata” non ci sono, o comunque  non si trovano. E tutto questo quando si sa che il DM 70/2015 dovrebbe ormai nel giro di meno di due anni essere tradotto in pratica.

Quanto al Piano i fili da tirare nemmeno li nomina e quando li nomina si limita a quello: nominarli.

Se non ci si fa carico complessivamente di questa situazione non si fa un buon servizio ai cittadini marchigiani. E questo (a mio parere) vale sia per chi governa, che per chi vorrebbe governare e per chi vorrebbe influenzare  e giudicare gli uni e gli altri.

Per oggi il post non ha link (su richiesta ne daremo una versione con tutti i link ai post che sui singoli punti abbiamo già pubblicato).

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