E’ appena uscito (peraltro con notevole ritardo) il Rapporto SDO 2017. Cercheremo di estrarre il massimo di informazioni da questo rapporto perché la Regione Marche (a differenza di altre Regioni, come l’Abruzzo tanto per fare un esempio vicino a noi che non sia la solita Emilia-Romagna) si limita a poche elaborazioni dell’ARS purtroppo inutili sulla produzione ospedaliera.
Finisce così che fenomeni importanti sfuggano (forse non casualmente) alla pronta identificazione. Uno di questi è la progressiva riduzione dell’offerta pubblica di ricoveri nell’area della riabilitazione. Qualche dato dal Rapporto SDO 2017 può aiutare a farsi una idea del fenomeno:
- i ricoveri ordinari erogati dalle strutture pubbliche delle Marche nei reparti ospedalieri di riabilitazione (per gli addetti: si tratta delle discipline codice 56, 28 e 75) sono passati dai 1562 del 2016 ai 1085 del 2017 e quindi sono scesi dal 20,3% al 12,1% del totale dei ricoveri (pubblici più privati);
- i ricoveri ordinari erogati dalle strutture private sono passati dai 3231 del 2016 ai 3523 del 2017 e quindi la percentuale di ricoveri erogati dal privato è passato dal 67,4% del 2016 al 76,5 del 2017;
- tra le Regioni del centro nord le Marche sono quelle che hanno una percentuale di attività erogata dal pubblico più bassa (solo Trento e l’Emilia-Romagna ce l’hanno ancora più bassa) e la stessa Lombardia (la Regione in cui il privato nell’area per acuti è molto forte) ha nel 2017 una percentuale del 22,4% di ricoveri erogata da strutture pubbliche;
- in nessuna Regione il privato cresce percentualmente nel 2017 rispetto all’anno precedente come avvenuto nelle Marche.
Qualche altro dato interessante viene dall’analisi della attività di ricovero riabilitativo in regime di mobilità. Nel 2017 ci sono stati 704 ricoveri riabilitativi in mobilità passiva nelle Marche (pari al 32,8% dei ricoveri dei residenti nelle Marche) e 1037 in mobilità attiva (pari al 22,5% dei ricoveri erogati dai reparti marchigiani di riabilitazione pubblici e privati). I ricoveri in mobilità attiva sono passati dai 934 del 2016 ai 1037 del 2017, aumento certamente tutto o quasi a carico dei reparti gestiti dal privato. Quelli in mobilità passiva sono invece scesi da 1924 a 1741.
E adesso alcune considerazioni. Il privato riabilitativo nelle Marche nell’area dei ricoveri ospedalieri è rappresentato dal solo Istituto Santo Stefano, partner di assoluta affidabilità che quindi può anche essere legittimamente scelto dalla Regione Marche (e quindi identificato con criteri espliciti) come gestore principale dell’attività di ricovero riabilitativo. Ma stiamo arrivando ad una situazione di gestore unico, soluzione senza corrispettivo in alcuna altra area. Fermo restando che i dati del 2017 possono essere stati magari influenzati in piccola parte dalla riclassificazione di alcune attività del pubblico passate dal regime di ricovero a quello residenziale, rimane che tanta concentrazione merita più di una riflessione.
Ne suggeriamo alcune :
- questa scelta del privato come unico gestore non è fatta dalla Regione Marche sulla base di dati, analisi, documenti ed atti e quindi viene da alcuni “condannata” come scelta simbolo di una privatizzazione strisciante. Se questa è la scelta, essa andrebbe motivata e resa esplicita;
- non si sa da parte di quale Servizio e come viene governata in Regione la committenza in quest’area, committenza che dovrebbe essere a forte impronta regionale visto che è regionale la scelta di questo partenariato così forte;
- mancano nelle Marche gli atti pure previsti nell’ultimo accordo con le strutture di riabilitazione che dovrebbero regolamentare la appropriatezza e l’erogazione in regime di mobilità della produzione;
- le tariffe dell’attività di ricovero riconosciute al privato sono per alcune prestazioni superiori a quelle riconosciute al pubblico e sono inferiori a quelle riconosciute alle Marche quando le stesse prestazioni vengono erogate in regime di mobilità attiva (la Regione Marche paga di più e incassa di meno per queste prestazioni);
- l’aumento della produzione di ricoveri in mobilità attiva del privato nel 2017 è stata abbattuta come valore dalla Conferenza Stato-regioni e non si sa chi pagherà questo abbattimento che coinvolge anche l’area della riabilitazione;
- andrebbe verificata la possibilità di spostare la produzione in mobilità attiva dei privati verso la produzione per i residenti magari ricollocando almeno in parte geograficamente le attività;
- l’accordo con le strutture di riabilitazione è scaduto e non è noto come e quando verrà rinnovato e sì che i punti da ridefinire sono tanti;
- il Piano dovrebbe quantomeno esplicitare queste criticità, ma non ne fa cenno.
L’impressione (ma è più di una impressione) è che la Regione Marche abbia un modo sbagliato di rapportarsi con il rapporto con il privato, che sembra essere più subito che gestito. Quando in gioco è un partner così qualificato e storico come quello che opera nell’area della riabilitazione la responsabilità è ancora più grossa perché non si qualifica e valorizza un rapporto che lo meriterebbe.