La struttura di Notre Dame è salva e qualcosa possiamo scrivere anche oggi. E’ stata pubblicata ieri su Quotidiano Sanità una lettera di Santina Catanese , una collega che lavora nel Sistema dell’Emergenza Teritoriale della nostra Regione. Avevamo già segnalato in precedenza una sua lettera allo stesso quotidiano. L’argomento è sempre lo stesso. Il passaggio alle dipendenze dei medici del Sistema di Emergenza Serritoriale (SET).
Detto così, passaggio alle dipendenze dei medici attualmente in convenzione, sembra quasi una questione sindacale. Tanto che Santina è molto attiva in un sindacato. Ma la questione è soprattutto organizzativa e di qualità dell’assistenza.
Il SET consente con il suo buon funzionamento non solo di fronteggiare emergenze come quella della recente tragedia di Corinaldo, ma anche di dare sicurezza a tutto il territorio specie nelle aree dove (giustamente) sono stati chiusi i Punti di Primo Intervento e dove le strutture ospedaliere sono state riconvertite o saranno accorpate. Che senso ha sviluppare la fase ospedaliera delle reti tempo-dipendenti quando la fase territoriale è garantita da operatori medici on convenzione e quindi non in grado di svolgere il loro lavoro con prospettive di carriera, senza un supporto formativo forte e stabile, senza quel legame stretto con il resto dell’organizzazione complessiva del sistema dell’emergenza e, in definitiva, senza quella spinta anche emotiva ad investire sulla propria caratterizzazione professionale?
Giustamente Santina ricorda che il Dipartimento di Emergenza non inizia alle porte dell’ospedale, ma -per logica – dal punto in cui questa si determina. Che il più delle volte, appunto, è rappresentato dal territorio.
Rimandiamo alla lettera per gli approfondimenti. Anche le Marche dovrebbero tenerne conto, come altre Regioni hanno già fatto, in primis – di recente – il Piemonte.