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Lo scorso 31 ottobre ricorreva il secondo anniversario della morte del prof. Giovanni Renga. Oggi è un giorno adatto per ricordarlo. Su questo sito, infatti, oggi è stato messo tra le ultime notizie (ultime si fa per dire) la Delibera di Giunta con cui si approvava il primo Piano Sanitario Regionale, piano cui il prof. Renga (d’ora in poi solo "il Prof") diede un fortissimo contributo.

Questo ricordo da per scontato che chi legge sappia chi è il Prof. Per quelli che non ne abbiano mai sentito parlare è stato il primo professore ordinario di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’allora Università degli Studi di Ancona. Il resto lo dirà il testo che segue tratto in larga misura da un ricordo scritto da Franco (Di Stanislao) e Claudio (Maffei) esattamente due anni fa. Al centro di questo ricordo c’era il fortissimo legame tra il Prof e la Regione Marche, legame che rimase fortissimo nonostante i circa trenta anni da lui passati a Torino dopo l’esperienza marchigiana.

Gli anni trascorsi dal Prof ad Ancona vanno dal 1975 al 1984. Erano anni di incredibile fermento. Noi entriamo in Istituto (prima Franco e poi dopo pochi mesi Claudio) nella seconda metà del 1977. Nel 1978 uscirà la prima (e a tutt’oggi la più importante) riforma sanitaria del nostro Paese, la Legge 833. Tra i padri fondatori di quella legge che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale e abolisce le mutue ci sono due igienisti: il Professor Giovanardi di Milano e il Professor Seppilli di Perugia. Nelle Marche è l’igienista Professor Renga a far proprio lo spirito di quella riforma sin dall’inizio L’entusiasmo con cui il Prof si è buttato nello sviluppo della sanità pubblica della Regione Marche fu lo stesso con cui anni dopo il Prof avrebbe sviluppato un innovativo approccio alla didattica ed alla formazione universitaria (che lo avrebbe portato ad essere assieme al Professor Danieli uno dei protagonisti della nuova pedagogia medica) e quello con cui fece propri i principi e le metodologie della Società Italiana di Verifica e Revisione della Qualità a partire dalla sua fondazione nel 1984.

Del resto sin dai primi contatti con il mondo studentesco ad Ancona il Prof si dimostrò attento alle nuove istanze di conoscenza e approcci didattici dibattuti dentro l’Università a quei tempi (quanto diversi da quelli attuali!) dal movimento studentesco, un termine che oggi suona quasi strano. Fu anche l’appartenenza a quel mondo che ci fece di fatto entrare in contatto prima ed in sintonia poi con il Prof.

Alla riforma sanitaria seguì nelle Regioni il lavoro per la preparazione dei piani sanitari regionali. Su questo lavoro il Prof si buttò a capofitto collaborando da protagonista al primo piano sanitario della Regione Marche (diventato legge nel 1982), cui contribuì in particolar modo per le innovative proposte relative all’assetto e organizzazione dei nascituri Distretti Sanitari di Base. Fu andando in giro per tutta la Regione a presentare il piano sin dalle sue prime versioni che il Prof divenne delle Marche un conoscitore ed un cultore). L’amore per la tavola, che era un pezzo del suo amore per la vita, certo aiutò il legame tra il Prof e quello che oggi viene chiamato “il territorio”.

In quegli anni esistevano ancora Ufficiali Sanitari, Medici Provinciali e Medici Condotti. Bene, di tutte queste figure nella realtà marchigiana il Prof divenne amico accompagnando la loro evoluzione verso nuovi e più moderni ruoli e funzioni.

Mentre, come ricordavamo prima, nasceva il Servizio Sanitario Nazionale e si scriveva il primo Piano Sanitario Regionale (uscito nel 1982), si apre ad Ancona la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva. Questa diventa il campo scuola di tutti i futuri (e spesso attuali) dirigenti della sanità pubblica marchigiana: Direttori Generali, Direttori Sanitari, Direttori di Distretto, Direttori dei servizi e dei dipartimenti di prevenzione. Ma prima di diventare direttori, tutte queste figure sono state operatori di sanità pubblica alla cui formazione certamente la nostra Scuola di specializzazione diede un fondamentale contributo che molti di loro, se non tutti, ancora oggi riconoscono. All’inizio degli anni ‘80 (il Prof, lo ricordiamo rimase ad Ancona fino al 1984) il Prof e noi con lui venimmo contagiati dal movimento di innovazione nella pedagogia medica portato dal Prof. Guilbert dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Pensiamo che questo connubio tra la passione per la sanità pubblica e quella per la formazione sia stato alla base della magnifica esperienza della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva annessa all’Istituto di Igiene dell’allora Università degli Studi di Ancona (abbiamo voluto scrivere tutto per intero!).

Ma quante altre cose in quegli anni: il terremoto in Irpinia del 1980, occasione di una formidabile esperienza umana e le angosce vissute assieme nel corso di alcune epidemie (in particolare quella di leptospirosi nel luglio 1984 a Pietracuta che vide 3 decessi su 35 casi e individuammo essere causata da un riccio, morto in un serbatoio dismesso collegato ancora ad una fontana pubblica)… ore e notti a cercare di capire cosa fosse successo mentre i media tempestavano di notizie allarmanti la popolazione. E poi la frana del 1982 ad Ancona che ci fece abbandonare l’Istituto dalla sua prima sede a Posatora. Poco prima c’era stato il Congresso di Senigallia della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, Congresso che aveva decretato il successo a livello nazionale del Prof creando le basi per il passaggio ad un’altra sede allargando così la sfera di influenza della Scuola del Prof. Angelillo.

Ma Ancona e le Marche gli sono rimaste sempre nel cuore: aver scelto di passare a Senigallia la sua ultima estate (dagli inizi di luglio) e avere finito qui i suoi giorni non lo abbiamo mai considerato un caso.

Grazie Prof.

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    Roberto Calisti · 01/12/2017
    Di Giovanni Renga ho un paio di ricordi professionali che mi sento di aggiungere a quelli di Franco e Claudio.

    a) Giovanni Renga parlò e iniziò a far parlare di Economia Sanitaria (tra l'altro, invitando a fare didattica nelle Marche il prof. Carlo Hanau, che aveva da poco pubblicato il primo manuale italiano sull'argomento), quando ancora nel nostro Paese trattare l'argomento "soldi" in relazione all'argomento "salute" suonava come una bestemmia; tra lui e Carlo Hanau fecero capire chiaramente a chi voleva ascoltarli che buttare risorse su azioni sanitarie di cui non erano note e nemmeno valutate in ipotesi l'effettiva utilità e l'effettiva appropriatezza, solo perché "non possiamo lasciare nulla di intentato nella pur remota prospettiva del massimo beneficio per il paziente", era quanto di più iniquo e meno etico si potesse immaginare in qualsiasi contesto di risorse limitate: cioè, nei fatti, in qualsiasi contesto.

    b) Giovanni Renga impostò la "didattica della prevenzione" su qualcosa che andava molto al di là del pur grandemente innovativo "sapere, saper essere, saper fare"; cercò di, e in buona parte riuscì a, costruire una dinamica profonda in un gruppo di giovani professionisti, di cui ho avuto l'onore di far parte per un po' di tempo, che pensavano e facevano assieme (oggi si direbbe "facevano gioco di squadra", ma è un'espressione che a me dà abbastanza fastidio come tutte quelle che, quando si vuol rivestire di ovvietà il vuoto, giocano sulle gergalità sportive come anche militari). Sono tra coloro che ricordano una splendida esperienza di lavoro di gruppo a carattere residenziale (diversi giorni !) a Pracatinat, ex sanatorio fondato dalla FIAT in una località alpina di alta quota che la Regione Piemonte aveva acquisito e che fu, per un tempo troppo breve, dedicato alla didattica per chi doveva partecipare alla costruzione condivisa di una nuova Sanità Pubblica documentata, ragionata e partecipata. Le relazioni interpersonali che si sono create nei giorni di Pracatinat hanno dato energia e sostanza a molto di quello che di nuovo si è avuto in Sanità Pubblica in Piemonte (con ricadute poi molto più ampie del territorio di quella Regione) negli anni '80 e '90 del secolo scorso.

    Il ricordo c) che faccio susseguire ai due precedenti è personale. Giovanni Renga prese a pieno titolo le redini dell'insegnamento di Sanità Pubblica all'Università di Ancona dopo che per un paio di anni accademici della cosa si era occupato a titolo provvisorio mio padre Guido, che non era un universitario, ma un igienista laboratorista dell'allora Reparto Medico-micrografico del Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi di Ancona. I due ebbero una fattiva collaborazione e, quando mio padre morì nel 1979, Giovanni Renga fu tra coloro che espressero un affetto sincero per il collega scomparso e a me, allora studente di Medicina e Chirurgia, si propose come "padre professionale in seconda". In quel momento questa cosa solo apparentemente banale fu per me di grande valore, per questo ricordo sempre volentieri la persona Giovanni Renga.


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