Dunque la Giunta ha approvato il nuovo Piano Socio-sanitario 2019-2021.
In questo blog abbiamo già avuto modo di commentare molto criticamente la Proposta di Piano Socio-sanitario che è stata fatta circolare nelle ultime settimane. E’ arrivato però il momento di farvi una vostra idea e non vi vogliamo condizionare. Qualche consiglio però ve lo dobbiamo dare.
Primo consiglio: leggetelo davvero. Se ogni tanto leggete questo blog vuol dire che avete a cuore la sanità marchigiana. E quindi leggete anche il Piano in modo da vedere se mantiene le valutazione del Governatore che lo presenta come orientato alla innovazione e alla concretezza.
Secondo consiglio: leggetelo nella versione Selezione del Reader’s Digest (la indimenticabile rivista che offriva in forma riassunta articoli e libri). Selezione (così la chiamavamo tutti) purtroppo dal 2007 non c’è più (edizione italiana). Ma per il Piano conviene rivitalizzarla o almeno recuperarne lo spirito. Adesso vi spieghiamo come. Certo ridurre a formato selezione Guerra e Pace non è facile. Col Piano è più semplice. Si tratta di sottrarre le parti non essenziali e ridondanti. Provate con i primi capitoli e fatevi la mano. Il Piano ha una prima parte narrativa (chiamiamola così) che occupa più o meno la prima metà del documento. Non sarà difficile farla passare dalle attuali quasi 60 pagine a 10-12. Poi ci sono le schede intervento: leggete solo quelle che vi interessano di più. Facendo così in un paio d’ore ve la cavate.
Terzo consiglio: prima di leggerlo scrivete prima su un foglio cosa vi aspettate di trovarci in termini. Noi vi proponiamo questo schema di lettura:
- qualità e quantità adeguate dei dati e dei documenti di analisi a supporto delle analisi e delle scelte;
- chiarezza nella identificazione delle criticità del Servizio Sanitario Regionale e delle relative cause;
- chiarezza nella identificazione delle azioni correttive da intraprendere per la gestione delle criticità sia in termini di responsabilità (chi fa), che di natura delle attività da mettere in campo (cosa fare) e di risorse necessarie per renderle operative;
- chiara visione delle modalità con cui procedere alla gestione del principale nodo di sistema: lo spostamento di risorse dal livello ospedaliero a quello territoriale;
- chiarezza nella politica del personale che deve tener conto delle politiche di pensionamento, delle scelte programmatorie e della composizione demografica del personale attualmente in servizio.
Quarto consiglio: adesso confrontate le vostre impressioni con il comunicato stampa della Regione e con le mie. E fatemi sapere con chi vi trovate d’accordo.