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Una collega ci ha fatto pervenire ieri (la ringraziamo come ringraziamo tutti coloro, e cominciano ad essere diversi, che ci considerano un punto di riferimento -ancorchè piccolo -nel dibattito sulla sanità marchigiana) un comunicato stampa – crediamo sia tale -  del segretario generale della CGIL di Pesaro Urbino  e della segretaria regionale della Funzione Pubblica CGIL di Pesaro Urbino.

Il comunicato pone in modo misurato e altrettanto energico una serie di domande alla politica:

Per quale ragione istituire (a suo tempo, NDR) un’azienda ospedaliera che necessariamente deve avere delle discipline specialistiche più complesse rispetto a quelle previste in un ospedale di primo livello, per poi stupirsi e addirittura contestarne di fatto la stessa ragione d’essere?

Perché decidere di istituire (a suo tempo, NDR) un’azienda ospedaliera nel nord delle Marche, finalizzata a recuperare e ridurre la mobilità passiva verso l’Emilia Romagna, per poi dimenticarsi “colpevolmente” e per troppi anni di potenziarne le discipline specialistiche utili allo scopo?

Sarebbe troppo chiedere a tutti i consiglieri regionali di maggioranza, dove erano quando per anni abbiamo denunciato pubblicamente l’eccessivo taglio ai posti letto per acuti alle strutture ospedaliere della nostra provincia e il disequilibrio rispetto alle altre realtà provinciali?

Ma soprattutto ci chiediamo perché nessuno di loro non ha con altrettanto coraggio contestato alla Giunta regionale la decisione di riattribuire al “privato” parte di quei posti letto ingiustamente tagliati al sistema pubblico?

Per quale ragione non ha suscitato alcun rilevante dibattito all’interno del principale partito di maggioranza, la scelta di prevedere nel Comune di Fano l’istituzione di un’altra struttura ospedaliera privata, che si annuncia la più grande delle Marche, quando ancora gli stessi discutono se Marche Nord debba o meno essere qualificata come ospedale di secondo livello?

Perché nessuno chiede per quale ragione nel testo circolante del nuovo Piano Socio Sanitario che presto verrà approvato dalla Giunta regionale, non si chiarisce, come dovrebbe fare un atto programmatorio di quel tipo, quale debbano essere i servizi sanitari da garantire nel sistema pubblico, per identificare compiutamente cosa e quali attività debbano essere affidate al privato? In questo contesto quali sono le ragioni che giustificano la creazione di un nuovo ospedale di primo livello nella nostra provincia, quando ripetutamente, lo stesso Presidente della Regione Marche ha garantito che a prescindere dalla costruzione del nuovo ospedale Marche Nord, nell’attuale struttura dell’ex Santa Croce rimarrebbero comunque importanti strutture e attività di carattere ospedaliero? Con quali posti letto realizzare il tutto?

Il comunicato conclude:

Sappiamo già che alle domande che non avremo risposta ma gli argomenti sollevati (per noi ben più importanti, in merito al futuro del principale ospedale della nostra provincia) speriamo che possano invitare a un supplemento di riflessione, soprattutto in quei rappresentanti eletti dai cittadini che di tali decisioni sono investiti per ruolo.

Nostra osservazione finale: è importante che la politica risponda e che, sul piano tecnico, pure si torni sul problema degli Ospedali di II livello delle Marche (a partire ovviamente da Marche Nord) disponendo dei dati di cui è indispensabile disporre per un Piano che sia tale. Quello che circola tecnicamente non lo è. Perlomenonon lo è ancora.

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