Alcune importanti criticità del Sistema di Emergenza Territoriale 118 della Regione Marche : ne abbiamo parlato con Riccardo Sestili
- Scritto da Claudio Maria Maffei

La recente drammatica esperienza della maxiemergenza legata alla tragedia di Corinaldo ha consentito (purtroppo) di mettere alla prova il nostro Sistema di Emergenza Territoriale (SET) 118. La risposta del SET 118 è stata di alta qualità come segnalato anche dalla stampa specializzata nazionale.
Proprio perché il SET ha dato grande prova di sé questa potrebbe essere l’occasione per affrontare alcune criticità irrisolte che ne condizionano l’operatività. Due di queste sono sicuramente rappresentate dallo stato del sistema informativo e da quello dell’assetto organizzativo . Ne abbiamo parlato con Riccardo Sestili che è stato a lungo direttore della Centrale Operativa 118 di Ancona oltre che, a tutt’oggi, figura di riferimento a livello nazionale sui temi dell’emergenza territoriale. Riccardo è stato, tra l’altro, Presidente della Società Italiana Sistema 118 (SIS 118).
Una intervista a Franco Bonfranceschi: il primo (forse) e ancora unico (probabilmente) infermiere di famiglia della Regione Marche
- Scritto da Claudio Maria Maffei

La Regione Marche ha come esigenza prioritaria quella di spostare il fulcro dell’assistenza dall’ospedale al territorio e di passare ad una sanità d’iniziativa in cui i problemi della cronicità vengono intercettati prima che si manifestino le condizioni che determinano il ricorso all’ospedale o, peggio, alla istituzionalizzazione a livello residenziale. In questa evoluzione della assistenza un ruolo importante potrebbe essere svolto dall’infermiere di famiglia (o di comunità), una figura che gli atti della Regione Marche qua e là citano, ma che non ha ancora trovato una sua collocazione nella organizzazione sul campo dei servizi territoriali.
Marchigiani brava gente: edizione Natale 2018
- Scritto da Claudio Maria Maffei

Le Marche e i marchigiani visti da …
Guido Piovene : Forse alla popolarità delle Marche nuoce anche l’assenza di quegli aspetti stravaganti, sorprendenti, eccitanti, che attirano le fantasie in cerca dello straordinario. Non si ritrova nelle Marche né il primitivo né l’estremamente moderno. Nulla di iperbolico. E’ una terra filtrata, civile, la più classica delle nostre terre…Difficile trovare altrove una così esatta corrispondenza tra gli animi ed il paesaggio… Il Marchigiano è un forte lavoratore, senza eccessi, perché preferisce la vita parca; è intelligente fino alla sottigliezza, d’una intelligenza ironica, che lo convince ad accontentarsi del poco. Il suo principio prediletto è “fare il passo secondo la gamba”. Quando deve decidersi, ama prendere tempo; odia le intemperanze e le esagerazioni… All’equilibrio, al realismo, si unisce un istintivo ossequio all’autorità, quell’umore governativo che si accompagna sul governo… Autocritici ed ironici, i marchigiani accusano se medesimi di essere i primi a demolire chiunque accenni ad emergere ed a tentare nuove imprese… il primeggiare è escluso, l’uomo è richiamato sempre alla modestia naturale e ai bisogni fondamentali, e l’uguaglianza è sentita in modo più forte che nei paesi democratici alla moderna. Eccellono per virtù medie ed umanità comune… Il marchigiano è sobrio, e conduce vita modesta, regolare, perfino piatta.
Giancarlo Liuti: Le Marche hanno la fortuna di sembrare inesistenti. Cioè di non sembrare. Non le conosce nessuno, a cominciare dai marchigiani. A Milano si crede che stiano ai confini dell'Africa, a Palermo le si immagina dalle parti della Svizzera. Non sono una regione, semmai quattro province. E non sono nemmeno quattro provincie: semmai duecentocinquantasei torri comunali. Hanno una capitale? Certo: Ancona. Ma andate a chiederlo agli ascolani, ai maceratesi, ai pesaresi. Risponderanno: "Ancona capitale? E dove sta scritto?".
Carlo Bo: Conoscete le Marche? Siete mai stati o solamente passati per le Marche? Provate a rivolgere queste due domande quando vi capiti, la risposta sarà sempre la stessa: no, non ci siamo mai stati. Eppure è uno dei paesi più belli, più italiani che si possano dire: uno di quei paesi che meglio corrispondono all’idea e alla nozione stessa dell’Italia.
Dino Garrone: …gente di atteggiamenti e costumi non convulsionari ma pacati, di maraviglia lenta ma fervida, di non ingenui trasecolari, non perditesta ma di vigilante coraggio. Di pugno rado, ma sodo, di riso non pazzo ma schietto….
Il poeta Vincenzo Caldarelli: “ …di essere marchigiani bisogna meritarselo”.
Ecco, appunto, meritiamocelo!
Oggi è il compleanno del Servizio Sanitario Nazionale: ascoltiamo la sua storia su Radio 3
- Scritto da Claudio Maria Maffei

Ne abbiamo già parlato già tante volte: 40 anni fa esatti nasceva il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Radio 3 Scienze ha dedicato alla ricorrenza un ciclo di 15 “pillole” a cura della brava Silvia Bencivelli. La prima puntata è stata seguita da una intervista a Giuseppe Remuzzi, scienziato e direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano. Remuzzi ha dato pochi giorni fa le dimissioni da componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dimissioni che hanno seguito quelle del Direttore dello stesso Istituto prof. Walter Ricciardi. Sempre Remuzzi ha di recente pubblicato un libro sulla sanità italiana, La salute (non) è in vendita, davvero di grande attualità. Quanto alle 15 pillole esse coprono un po’ tutta la storia del SSN.
Veniamo alle cose di casa nostra. Ci aiuta in questo passaggio una dichiarazione del dott. Remuzzi rilasciata in occasione delle sue dimissioni:
Non c’è alcuna polemica, ma a chi governa vorrei dare un consiglio: bisogna cercare le competenze, che sono fondamentali ma non si improvvisano ed i politici hanno ed avranno sempre bisogno degli scienziati.
Ecco, nel nostro piccolo lo pensiamo anche noi: la politica (sanitaria marchigiana) ha bisogno di un diverso rapporto con i tecnici.
I ripetuti passi falsi (dal Piano annunciato e continuamente rimandato alla recentissima questione della trasformazione d’ufficio e sulla carta degli Ospedali Riuniti di Marche Nord in struttura ospedaliera di secondo livello) testimoniamo assieme a molto altro di una grande fragilità dell’impianto politico/tecnico del nostro sistema sanitario regionale. Un impianto che invece dovrebbe attrezzarsi per affrontare le sfide che il SSR dovrà affrontare a partire dai primi giorni successivi al suo quarantesimo compleanno.
Nel 2017 il rapporto dei cittadini con la politica e le istituzioni nelle Marche è peggiorato: questo ed altro nel Rapporto BES 2018
- Scritto da Claudio Maria Maffei

Cominciamo con una informazione di servizio: ci va il punto finale nei titoli degli articoli e nelle headline (che immagino siano i titoli) dei post? La risposta è no. Questo il passaggio che mi ha chiarito la questione: Un titolo di giornale non si chiude con il punto. Lo stesso vale per l’headline di un post. L’ Accademia della Crusca chiude ogni dubbio ma lancia uno spiraglio: “Né l’uso britannico, né quello francese, né quello italiano prevede il punto nei titoli; direi che è proprio un errore, a parte il caso degli slogan, come: Il mondo finì in una discarica. Abusiva.”
E ora parliamo del Rapporto BES 2018 e cioè del Rapporto dell’ISTAT sul benessere equo e sostenibile in Italia.
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