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Il rapporto annuale 2017 Meridiano Sanità della European House Ambrosetti è come ogni anno estremamente interessante. In questa edizione si dedica un capitolo alle demenze, opportunamente identificate come tracciante importante della qualità dei servizi socio-sanitari. Due le tabelle in particolare che ci interessano: 

 

 

  

 

 

 

Sulla prevalenza elevata delle demenze nella nostra Regione si tratta di dato da approfondire. Non è chiaro se si tratti di un tasso standardizzato per età ad esempio. Molto più interessante invece la tabella sui servizi che sembrerebbero sottodimensionati rispetto ad altre Regioni (il nostro  solito ottavo posto di molte classifiche regionali!). Anche qui sono molti i possibili fattori influenti sul dato. Ad esempio potrebbe non essere aggiornato. Nel sito dedicato alle demenze  dell'Istituto Superiore di Sanità (www.iss/demenze) ci sono comunque quelli della tabella. Il dato  comunque qualcosa già ci dice, sia che qualcosa è stato fatto e  sia che rimane molto da fare.

Una digressione personale. Nei cinque anni all'INRCA e soprattutto negli ultimi due mi sono appassionato al problema (grazie in primis a Osvaldo Scarpino, ma molto debbo ai tanti che all'INRCA lavorano sulle demenze sia in una ottica di assistenza che in una ottica di ricerca) e ho maturato la convinzione che si tratti di una assoluta priorità di sanità pubblica. Tra le prime, se non la prima, almeno in prospettiva.

Chiuso l'inciso (piccoli privilegi di chi gestisce un sito con relativo blog), veniamo ai servizi. Aspetto positivo: abbiamo 14 CDCD (Centri per i disturbi cognitivi e demenze), 7 centri diurni e 32 strutture residenziali. Alcuni di questi servizi/strutture sono di alta qualità strutturale ed organizzativa, tra l'altro. E abbiamo gli atti: la DGR 107/2015 che recepisce il piano nazionale demenze, il decreto del dirigente servizio sanità  115/SAN del 23.12.2015 che riporta gli indirizzi per la costituzione e funzionamento dei CDCD e tutti gli anni ci sono obiettivi per Enti e Direzioni  sulle demenze.

Aspetto critico: mancano dati, mancano sufficienti servizi (con ogni probabilità, vedi Rapporto Meridiana Sanità) e non si sa se ci sia una organizzazione a rete di quelli che ci sono.

Copiamo allora dal vicino di banco: la Regione Emilia-Romagna che annualmente pubblica una relazione sullo stato di avanzamento del progetto regionale demenze che la Regione approvò (e finanziò) nel lontano 1999. Quanto all'organizzazione a rete debbo sempre ad Osvaldo Scarpino la conoscenza di un collega geriatra di Modena (Andrea Fabbo) che con altri pubblica un  rapporto sullo stato del progetto nella AUSL di Modena. Ho partecipato qualche mese prima di andare in pensione (primavera 2016) ad una riunione operativa del gruppo demenze di questa AUSL e ho capito che in fondo ... sono come noi (noi marchigiani, intendo) . Hanno la stessa cultura e lo stesso livello di competenza. Ma una organizzazione molto diversa e quindi una performance molto diversa. Cosa che piacerebbe molto a chi (e sono davvero tanti) nelle Marche da tanti anni lavora con passione sulle demenze. E hanno dati. Cosa che piace molto a noi.

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