Fra l'altro il lunedì i negozi sono chiusi. Gli togli quello ad Ancona … Che poi anche i negozi …
Ancona con i suoi uffici richiama nel piccolo mondo della sanità marchigiana ogni giorno parecchie persone da fuori. Tra questi molti sono pendolari che vengono in ufficio/università/ospedale la mattina e poi ripartono nel pomeriggio/sera. Alcuni ottimizzano i tempi di trasporto e lasciano un motorino in stazione o hanno una conoscenza dettagliata degli orari dei mezzi pubblici (ai suoi tempi mia mamma li chiamava filobus o camionetta a seconda del tipo). In queste giornate di lavoro questi colleghi di fuori vivono spesso una sorta di apnea rispetto all’aria della città. Un’aria che proprio non li ossigena e quindi la respirano quanto basta. E ti può capitare che dopo decenni non abbiano visto niente di Ancona. Qualcuno di questi (uno in particolare) già lo sento: “Perché c’è qualcosa da vedere?”. Proviamo a usare queste due ore buche e poi ne riparliamo.
Facciamo il caso che siate in via Oberdan, dove c’è la Direzione Generale dell’ASUR. Per me e quelli della mia generazione qui c’è Strabacco, osteria nata ad Ancona nella seconda metà dei ruggenti anni ’70. Si parte verso Capodimonte e prendiamo via Ad Alto. Già vedo i primi sguardi persi. Capodimonte? Ma non stava a Napoli? Ci sta ancora. Ed è bellissima con tanto di reggia e porcellane. Quanto ad Ancona…
Il quartiere di Capodimonte sale da Corso Stamira (vicino all’ASUR) e attraverso una serie di vie in salita arriva in cima ad una delle colline (l’Astagno) che circonda Ancona. Quella da cui si domina il porto sopra il Lazzaretto. Ci passate andando dall’ASUR in Regione o viceversa (per attenerci agli itinerari istituzionali della sanità). Per ora teniamoci in basso alle pendici di Capodimonte. Spalle alla sede dell’ASUR andiamo un po’ a sinistra e prendiamo via ad Alto. Tipica strada stretta (ma non troppo) e ripida (ma non troppo) con gradini di pietra e case basse. Questa via, che è simile a mille altre strade che in ogni città di mare salgono dalla zona del porto verso le zone che la sovrastano (facciamo Napoli, sempre lei, Genova, Trieste e pure Marsiglia, crepi l’avarizia), prende il nome dal Convento di San Francesco (quel San Francesco) ad Alto, eretto dove oggi c’è quel che rimane del “vecchio” distretto militare che era per i ragazzi marchigiani (me compreso) il punto di ingresso nel servizio militare obbligatorio dell’esercito (vi parla il sottotenente medico della Caserma di Fano, 1981-1982). Questa sede per il convento sarebbe stata scelta dallo stesso San Francesco nel 1219 anno in cui passò per Ancona per andare in Egitto. San Francesco indica “ad alto” dove erigere il primo convento francescano di Ancona. Per la chiesa del Convento Carlo Crivelli dipinse attorno al 1450 un dipinto oggi alla National Gallery di Londra e la stessa chiesa ospitò a partire dal 1520 un dipinto di Tiziano oggi alla Pinacoteca Civica di Ancona. Che fine abbia fatto il convento non lo so. Ho spiato dall’alto la zona del Distretto (quello militare intendo), ma non ho visto niente che possa ricordare chiesa e convento. Recuperare questa area alla città no? Ma questo è un altro discorso.
Dunque siamo appena partiti, non abbiamo visto praticamente niente e già abbiamo San Francesco, Crivelli (con National Gallery) e Tiziano. Comunque arrivati in cima a via ad Alto giriamo a destra, passiamo davanti all’ingresso del distretto e saliamo verso Largo Casanova che si trova in cima al colle Astagno (sopra ancora c’è la Cittadella, ma quella la vediamo nella seconda puntata). Qui in questo slargo c’è un panorama incredibile che guarda verso nord. In questo punto Göethe (sì, lui) annotò nel 1740 di avere visto qui “la più bella veduta del mondo”. Di sicuro non c’erano la Stazione, il porto industriale e commerciale, il porto turistico, la Fiera della Pesca, l’API, etc. C’era la costa che saliva verso Pesaro e verso l'interno la campagna.
All’inizio del XVIII secolo gli affari ad Ancona andavano bene e venne affidato a Luigi Vanvitelli, quello della Reggia di Caserta, il ridisegno del porto. Dove fece tre cose: la Mole, l'arco di Costantino e la Chiesa del Gesù. Doveva fare anche la Lanterna, ma pare che ci siano stati dei problemi. Ecco: sotto al colle Astagno Göethe vide certamente la Mole Vanvitelliana (detta anche il Lazzaretto) in costruzione. Questa struttura pentagonale tipicissima è uno dei principali simboli di Ancona (come si vede anche dal logo dei suoi attuali Ospedali Riuniti); venne iniziata su un isolotto artificiale nel 1733 (qualcuno dice 1744) e finita nel 1754 dopo un fermo lavori di una decina di anni (mi ricorda un po’ la storia dei nostri nuovi ospedali…).
Qui in cima al Colle Astagno c’era la porta di Capodimonte, principale porta di ingresso di Ancona fino al 1789, anno di inaugurazione di Porta Pia, voluta da Papa Pio VI. Perché prima ad Ancona si arrivava con una strada che saliva da Piano San Lazzaro fino alla porta di Capodimonte. La strada era un po' troppo scoscesa per i gusti del Papa che il 18 gennaio 1783 ordinò la costruzione della nuova porta. Con la ultima guerra la porta di Capodimonte viene distrutta e adesso lì non si vede niente della vecchia porta, ma rimane quel meraviglioso affaccio che è uno dei posti preferiti dagli instgramers che da qui fotografano tramonti di tutti i colori e nuvole di qualunque forma. Si vede da qui fino a Pesaro, Colle San Bartolo, il Monte Nerone e il Catria. Non come ai tempi di Göethe (per la o tedesca ringrazio mio figlio Andrea), ma ci si può accontentare.
E Casanova che c’entra? Casanova in Ancona ci passò diverse volte. A 18 anni (Casanova era del 1725) e cioè nel 1733 dovette stare per diverso tempo in quarantena al Lazzaretto (evidentemente funzionante ancorchè non completato, ma sulle date farò dopo i dovuti controlli con doverosa errata corrige) dove ebbe una relazione con una schiava greca. Quando torna nel febbraio 1744 si innamora di un sedicenne e sedicente cantante castrato (di nome Bellino). Bellino in realtà è Teresa e solo fingendosi un ragazzo può cantare nei teatri dello stato della Chiesa. Che Bellino sia in realtà Teresa Casanova lo apprezza molto, anche se – pare - gli andava benissimo anche come Bellino. Nelle sue Mémoires Casanova incontra più volte Teresa in giro per i teatri d’Europa. In questo secondo passaggio in Ancona Casanova era diretto a Costantinopoli, ma a Pesaro fu arrestato perché aveva perso il passaporto…
E poi dicono che ad Ancona non succede mai niente. Dopo poco più di mezz’ora di camminata dopo San Francesco, Crivelli e Tiziano, abbiamo Goethe e Casanova. Fate voi! E adesso pausa caffè e alla prossima puntata. Intanto se siete, vostro malgrado, in Ancona respirate la sua aria. Non vi pare già diversa?
PS Mi scuso per ogni possibile errore e ringrazio chi me li segnalerà (come guida sono un dilettante, peggio che come blogger).