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L’intervista di oggi di marchesanita c’entra e non c’entra con la sanità. L’intervista nasce da un libro che non è sulla sanità, diciamolo subito. Però con i temi di marchesanita c’entra molto perché la nostra regione ha un tessuto unitario con radici profonde nella storia, nella cultura e, vedremo oggi, nei misteri che è in fondo lo stesso tessuto che fa da trama al nostro Servizio Sanitario Regionale. E poi gli intervistati, Elsa e Fabio, sono due medici igienisti molto impegnati da sempre  nella sanità pubblica delle Marche (nell’ASUR Elsa e in Regione Fabio), un impegno  che è soprattutto passione. Premessa: il libro ha come autori Fabio ed Elsa, mentre l’intervista inverte sempre quest’ordine. Motivo: scelta editoriale!!

Chi: Elsa Ravaglia e Fabio Filippetti, medici igienisti e compagni di vita per i quali fu galeotta una tesi di Elsa fatta con Fabio e con me (allora ricercatore universitario all’Istituto di Igiene dell’Università di Ancona) sull’impatto sulla salute della Raffineria API (sapete immaginare location più romantica? Eppure…). La mia unica tesi davvero utile, temo.

Cosa: il loro libro “Alla scoperta dei segreti perduti delle Marche: curiosità, tradizioni e misteri” (Newton Compton Editori, 2017)

Perché: per molti motivi che dovrebbero spingere a tenersi il libro in macchina per poi a fine giornata di esplorazione portarselo a casa a rileggere le pagine del giorno.

Il libro ci avvicina allo straordinario che abbiamo vicino e che non riconosciamo. O conosciamo poco. Perché il picchio è il simbolo delle Marche? Perché le cannelle ad Ancona sono tredici? Camerano sotterranea che origini ha? Chi conosce il castello Malleus? E chi conosce i particolari della  traslazione miracolosa della Domus Mariae a Loreto? Ogni luogo delle Marche ha segreti da scoprire e la ricerca non è finita. Le Marche sono davvero una terra da amare ed Elsa e Fabio ci danno molti motivi per farlo.

Fabio ed Elsa quando è cominciata questa passione per i misteri della nostra regione?

Elsa: fin da piccola sono stata affascinata dalle storie e dalle leggende. Figlia di papà bolognese, ex-pilota, medico e uomo di mondo, e di mamma jesina, molto giovane, bella e gioiosa, ho trascorso con il mio fratellino Luca una favolosa e un po’ magica infanzia nella Ostra (AN) degli anni ‘60-‘70, in un antico palazzo nobiliare enorme,  misterioso e pieno di angoli sconosciuti da esplorare, tra curiosità e timore, con Luca e con le amichette. Ero a contatto con deliziosi personaggi (in larga prevalenza femminili):  tate, domestiche, zie, nobildonne, paesane, giovani maestre, alle quali chiedevo di raccontarmi le “storie” e loro mi accontentavano con affetto… Così nel tempo le ho “accumulate” e tenute da parte… poi, anche grazie alle persone colte che avevo vicino,  mi sono accostata all’archeologia, all’arte, all’antiquariato e alla cultura sotto le varie declinazioni…

Fabio: l’interesse per le Marche e le sue tradizioni è stato senz’altro ispirato dai miei genitori, entrambi maestri elementari, che spesso mi raccontavano storie e leggende della nostra regione. Per quanto riguarda il mistero in generale, invece, molto è dovuto al mio interesse personale fin da quando avevo 14 anni. Ho avuto modo di far parte di un grande centro di ricerca di Ancona (il noto “Gruppo Bilancia”), che si occupava di queste tematiche, dove ho conosciuto, oltre a personaggi piuttosto folkloristici, persone molto preparate, studiosi di grande rilevanza. Poi, girando per le Marche ed anche per l’Italia ho anche avuto modo di conoscere – per dirla come Gurdjieff – personaggi veramente straordinari. Pochi, in realtà, ma ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa... Ecco quindi il connubio che ha portato all’interesse dei misteri delle Marche. Misteri, naturalmente, intesi come elementi da analizzare ed interpretare alla luce delle vicende storiche e delle tradizioni leggendarie, che sono sedimentate nell’immaginario collettivo della nostra terra. Magari, cercando di fornire delle spiegazioni o delle interpretazioni...

Quanto avete impiegato per scrivere questo secondo libro e soprattutto quando è cominciata la raccolta e selezione delle fonti?

Questo secondo libro ha la sua genesi nella nostra precedente “Guida insolita delle Marche” (Newton Compton Editore, Roma, 2002), nella quale avevamo già profuso molte delle nostre ricerche e che tanto successo aveva riscontrato. A distanza di 15 anni, abbiamo potuto ampliare ed approfondire alcuni di questi argomenti.

Non c’è dubbio che la nostra sia una ricerca costante, una specie di visione quotidiana: dovunque andiamo e ci troviamo c’è sempre qualcosa da scoprire e da cercare. Questo testo, però, è stato scritto in modo abbastanza veloce (qualche mese) e la parte finale della redazione ha coinciso con una fase particolare della nostra vita, alla quale ha anche dato un certo sapore di “rinascita” dopo una grave malattia di Elsa. Ci è dunque particolarmente caro…

Quello che descrivete l'avete visto tutto davvero?

Certamente! Sempre “toccando con mano”, molti nostri viaggi sono stati organizzati desumendo da fonti bibliografiche accuratamente selezionate (abbiamo una fornitissima biblioteca “in progress” su questi argomenti, che arricchiamo continuamente) e,  leggendo, l’interesse è tale che ci sembra di essere sul posto! Ora poi la disponibilità di filmati su internet amplia ulteriormente la possibilità di questi viaggi immaginari…che però poi si possono concretizzare in una visita a luoghi spesso eccezionali.

Quali reazioni avete riscontrato più di frequente in chi vi legge?

Potremmo dire di stupore: molti marchigiani hanno un po’ perso la consapevolezza della ricchezza folklorica e di humus popolare e culturale nel quale affondano le loro radici, così, leggerne desta una certa piacevole meraviglia. I non marchigiani risultano ugualmente positivamente colpiti dalla densità  di questi aspetti misteriosi e poco noti in una regione già di per sé ancora poco conosciuta  in generale, seppure ci siano eccezioni di risonanza internazionale, ma più per appassionati che per la maggioranza. D’altra parte, il nostro intento è sempre stato anche quello di contribuire al mantenimento di una tradizione che alla fine degli anni ’90 stava rischiando di estinguersi.

Con nostro piacere, poi, spesso riceviamo complimenti e suscitiamo curiosità visto gli argomenti un po’ insoliti che trattiamo. Ricordiamo, a questo punto, un episodio particolare: un collega  ci diceva spesso di un libro che teneva sempre in auto e che gli aveva permesso di conoscere meglio le Marche. Con un certo stupore abbiamo poi scoperto che si trattava della Guida insolita: non si era accorto che eravamo noi gli autori....

La ricerca è finita?

Assolutamente no! Anzi il nostro motto è “la scoperta più bella è quella che ancora deve essere fatta!”. Non solo nelle Marche, sia che giriamo “sotto casa” sia che ci si spinga in terre lontane, un occhio che vada oltre l’apparenza lo buttiamo sempre… sperando che il genius loci voglia in qualche modo manifestarsi…

Le figlie sono state contagiate dalla vostra passione combinata Marche mistero

Magari bisognerebbe chiederlo a loro…, di certo, però le abbiamo sempre coinvolte e loro si sono sempre incuriosite, specie ai racconti della Sibilla… pensiamo che per loro ormai sia “normale” non limitarsi a “guardare” le cose, ma a cercare di “vederle” e di scoprirne il lato nascosto e pensiamo che lo applichino non soltanto alle Marche e di ciò siamo molto contenti.

Il prossimo libro? Cercate spunti? Possiamo partecipare?

Quando si fa ricerca, c’è sempre qualcosa che bolle in pentola - o nel pentolone ;-) Tra gli aspetti che più ci colpiscono c’è il tema che Jung chiamava gli archetipi collettivi: non c’è dubbio che alcune tradizioni e superstizioni, figure fantastiche e paurose, abbiano una matrice comune, si trovano nei paesi più lontani e, ad esempio, se in terra d’Irlanda parlare di folletti è pressochè scontato è stato davvero intrigante scoprire il piccolo popolo anche in terra di Marca. Quindi si potrebbero approfondire alcuni aspetti marchigiani e porli a confronto con analoghi di altri luoghi, come anche il culto della Grande Madre o Grande Dea. Il rapporto misterioso tra Natura e uomo che sta rischiando di scomparire completamente… Grandi intellettuali che si sono occupati di mistero come Mircea Eliade, Dino Buzzati, Italo Calvino, Umberto Eco…Una traccia che speriamo di approfondire riguarda la presenza delle diverse raffigurazioni della dea Fortuna nelle Marche.Collaborare sarebbe interessante e stimolante, certamente! Dunque aspettiamo suggerimenti e proposte, grazie!

Ma la sanità marchigiana è misteriosa? A questo rispondiamo io e Remo!

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