Da un interessante articolo di cui daremo gli estremi tra due giorni estraggo questo passaggio su cui invito a meditare:
"… pochi operatori sanitari sono disposti a esporre le loro opinioni e a raccontare le loro esperienze a microfono acceso, perché quel “sistema” non solo è poco propenso a discutere, ma è anche vendicativo".
Il fallimento della riforma è dovuto a varie cause: a) la fretta e la superficialità con cui questa è stata pensata e scritta (“una riforma imprudente”, secondo l’opinione di un esperto);
b) la mancata preparazione del terreno (differenti e poco evoluti sistemi informativi; mancata formazione del personale destinato alle nuove funzioni);
c) l’incolmabile distanza tra vertici aziendali e prime linee operative, dovuta a grossolani errori nella configurazione della catena di comando. Una catena di comando che vede i Dipartimenti (l’anello più vicino alla Direzione generale) dotati di molto potere che non riescono però a esercitare (per le ridotte capacità gestionali e competenze manageriali di gran parte dei Direttori, privi oltretutto di adeguati staff di supporto), e gli altri anelli, quelli più vicini alle prime linee operative (Direttori di Presidio ospedaliero e Direttori di …. -Distretto), privi di potere, di autonomia e di budget.
La conseguenza di questa difettosa e incongruente catena di comando non è solo la paralisi decisionale, ma anche la debolezza dei meccanismi di controllo di gestione, cosa che ha portato, ad esempio, la Regione ….. ad essere l’ultima della classe in Italia per eccesso di spesa farmaceutica ospedaliera …".
Di quale Regione si starà parlando? Un aiutino?
Il titolo dell'articolo è "Quando la sinistra si fa destra".