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Per poter partecipare alla definizione di un Piano Socio-Sanitario regionale, d'ora in poi Piano, è utile condividere delle informazioni e delle conoscenze su come funziona  la sanità pubblica in Italia (e nelle Marche). Ecco la scaletta per punti di un seminario  con i rappresentanti dei Comitati di Partecipazione che si terrà il prossimo 31 maggio ad  Ancona: 

  1. principali caratteristiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN);
  2. principali regole di sistema;
  3. stato del Servizio Sanitario Regionale (SSR) delle Marche;
  4. a cosa serve un Piano;
  5. come si può partecipare alla costruzione di un Piano.

Una premessa: prendiamo atto della complessità del SSR

Il Servizio Sanitario Regionale delle Marche si caratterizza per una elevatissima complessità: 

  1. fatturato di circa 3 miliardi di euro l’anno;
  2. 20.000 dipendenti;
  3. numerose linee di attività con tipologie di servizi molto diversificati;
  4. distribuzione capillare dei servizi “non concentrabili”;
  5. elevato numero di portatori di interesse;
  6. forti vincoli economici e regolamentari (tetto di spesa del personale, ad esempio).

Un sistema di questa complessità richiede un management di elevata qualità a tutti i livelli. La qualità dei diversi SSR è diversa e quella delle Marche in molti sistemi di valutazione comparativa delle performance regionali non è sempre ai primi posti e questo dato meriterebbe  una analisi approfondita.

Un po’ di glossario

Ogni epoca della storia del SSN ha avuto le sue parole chiave. I nostri tempi ce ne  propongono diverse. Non ci facciamo impressionare e cerchiamo di capire cosa c’è dietro e alla fine cerchiamo di condividere il modo appropriato di usare ad esempio questi termini: 

  1. LEA;
  2. reti cliniche;
  3. PDTA (percorsi diagnostico terapeutici ed assistenziali);
  4. adempimenti;
  5. performance;
  6. professionisti (coinvolgimento dei);
  7. stakeholder (coinvolgimento dei);
  8. chronic care model;
  9. risk management …

Le principali caratteristiche del SSN

Il SSN compie 40 anni. Sarebbe bello aggiungere “ma non li dimostra”. E invece non tutti si ricordano di quanto difficile e nobile sia stata la sua istituzione, avvenuta nello stesso anno della L. 180 (chiusura dei manicomi) e della L. 194 (interruzione volontaria di gravidanza). Della L. 833 che istituiva il SSN ricordiamo l’obiettivo fondamentale che era quello di una tutela di tutti gli aspetti della salute in tutte le persone con finanziamento da parte del prelievo fiscale. Questo modello è in crisi non perché i suoi principi non siano più validi, ma perché la sua sostenibilità dipende dal suo finanziamento e dalla qualità dell’utilizzo di questo finanziamento. Oggi la sanità italiana è certamente sottofinanziata. Quanto all’appropriato utilizzo delle risorse un esempio tra i tanti possibili: nelle Marche almeno 60 milioni di euro se ne vanno ogni anno nell’utilizzo inappropriato dei farmaci.

Le principali regole di sistema

Parlando del SSR alcune cose vanno tenute presenti: 

  1. i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono molto impegnativi;
  2. il livello centrale esercita una forte azione di vincolo, indirizzo e controllo sulle Regioni che trasferiscono alle Aziende vincoli ed obiettivi (sistema degli adempimenti);
  3. i vincoli non sono solo di carattere economico, ma riguardano anche aspetti organizzativi che coinvolgono  soprattutto la rete ospedaliera e dell’emergenza (DM 70/2015);
  4. un vincolo importantissimo  riguarda i tetti di spesa del personale (entro il 2020 la spesa per il personale dovrà essere pari  a quella del 2004 meno l’1,4%).

La nostra fissazione: In god we trust; all others bring data.

Senza dati non si può ragionare e non si può migliorare. E non si può nemmeno partecipare e discutere. A proposito, abbiamo una seconda fissazione: Health Care Leaders: Heroism is out, Humility is in (Elogio dell'umiltà nei leader della sanità).

La sanità delle Marche dove si trova adesso (diagnosi di partenza)?

La situazione attuale della sanità delle Marche (che sul piano economico tiene i conti in ordine) si caratterizza per una serie di criticità tra cui:  

  1. la forte carenza dei servizi territoriali (distretto e prevenzione) con notevoli ritardi nella integrazione tra servizi sociali e servizi sanitari;
  2. l'assenza di un solido sistema informativo di supporto ai processi decisionali;
  3. l’utilizzo estensivo di atti a potenziale elevato contenuto decisionale in assenza di impegni chiari e soprattutto di un sistema di indicatori che misurino l’impatto degli atti stessi (sanità di carta);
  4. la rinuncia ad una azione di carattere culturale nel e sul SSR attraverso la burocratizzazione dell’Agenzia Regionale Sanitaria priva attualmente di quella autorevolezza scientifica che ne dovrebbe costituire il principale requisito;
  5. la spesa elevata per farmaci e dispositivi medici;
  6. la assenza di un piano interpretabile e finanziato di edilizia ospedaliera;
  7. i forti ritardi nel fascicolo sanitario elettronico;
  8. la carenza di una funzione strutturata in Regione e nelle Aziende di gestione dei problemi di qualità e sicurezza;
  9. una arretratezza nei modelli organizzativi della medicina generale (a fronte di accordi sul piano teorico avanzatissimi);
  10. dei gravi ritardi nello sviluppo dei modelli organizzativi in grado di sviluppare l’autonomia e la responsabilità delle nuove professioni, dentro e fuori gli ospedali (vedi la storia dei dipartimenti delle professioni);
  11. un sistema dell’emergenza territoriale disallineato rispetto ai modelli di altre  Regioni e da rivedere;
  12. una forte mobilità passiva;
  13. una carenza in servizi territoriali chiave come quelli per le demenze, quelli dell’area della salute mentale e delle dipendenze patologiche e i consultori;
  14. un piano per il contenimento delle liste di attesa ancora pieno di ritardi e buchi (prenotazioni offerte in tempo utile in posti inutili, mancata condivisione da parte dei prescrittori dei criteri per il riconoscimento delle classi di priorità, percorsi di presa in carico largamente incompleti, mancanza di un sistema informativo dedicato, ecc);
  15. un grave ritardo nel Piano Regionale Cronicità;
  16. la mancanza di un coinvolgimento vero di Comitati di partecipazione e Sindacati. 

Questa situazione si traduce dal punto di vista dei cittadini in disagi e sofferenze evitabili, quanto agli effetti sugli operatori essi sono di molteplice natura e vanno dall’affaticamento alla scarsa motivazione.

Se questa è la diagnosi (sintetica) qual è il ruolo terapeutico possibile del nuovo Piano Socio-Sanitario?

L’occasione di un nuovo Piano Socio-Sanitario doveva innescare da subito i seguenti processi in modo coerente tra loro (ma, come si dice, non è mai troppo tardi ...): 

  1. avvio immediato di una nuova funzionalità della Agenzia Regionale Sanitaria cui affidare il compito di svolgere un’attività di ufficio di piano per la messa a disposizione dei  dati e delle analisi necessarie in un quadro di messa a regime del sistema informativo della sanità marchigiana; 
  1. identificazione delle criticità di sistema sia in termini di garanzia dei LEA che di funzionalità dei principali processi di sistema; 
  1. identificazione delle modalità con cui avviare con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse le elaborazioni necessarie; 
  1. scelta del percorso con cui gestire il processo di piano. 

Come partecipare al processo di costruzione del Piano?

In sintesi: offrendo e richiedendo dati ed umiltà. 

 

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