Nel 2019 la potestà legislativa concorrente delle Regioni in materia di tutela della salute diventa maggiorenne, raggiungendo il traguardo dei 18 anni.
Diciotto anni da quella legge costituzionale di ottobre del 2001 che ha sancito la riforma dell’art. 117 della Costituzione, dando potere e facoltà alle Regioni di legiferare in materia sanitaria.
Diciotto anni segnati, pensando ovviamente alla Regione Marche, da una profonda riorganizzazione del sistema di assistenza sanitaria regionale.
Correva, infatti, l’anno 2003 quando con la legge 13 è stata sancita la nascita della Azienda Sanitaria Unica Regionale, dell’ASUR, divisa per aree vaste, per le 5 province marchigiane, poi di fatto operativa dal 1 gennaio del 2006.
Sempre con la legge 13 del 2003 si è decretata la nascita dell’Azienda Ospedaliero Universitaria "Ospedali Riuniti Ancona Umberto I-G.M. Lancisi-G. Salesi", nata, cioè, dalla fusione per incorporazione nell’Azienda Ospedaliera “Umberto I” delle Aziende Ospedaliere “G.M. Lancisi” e “G. Salesi”, rispettivamente polo cardiologico e pediatrico, integrato altresì il tutto con l’Università Politecnica delle Marche.
Poi il 2006, quando con la legge regionale 21 è stata riordinata l’organizzazione ed il funzionamento dell’INRCA di Ancona, quale anch’esso Ente del servizio sanitario regionale.
Nel 2009, invece, con la legge regionale 21, è stata decisa la nascita dell’altra, la seconda, azienda ospedaliera regionale: gli Ospedali riuniti Marche nord, nata dalla incorporazione della allora Azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro con la struttura ospedaliera S. Croce di Fano, per arrivare poi, e siamo a gennaio del 2017, alla chiusura dei cosiddetti piccoli ospedali, anche di quelli ubicati in aree fortemente disagiate della nostra Regione, e riconvertiti in ospedali di comunità.
Ma la storia non è finita.
E’ all’ordine del giorno del Governo regionale la realizzazione di nuove strutture ospedaliere: il nuovo ospedale dell’Azienda ospedaliera Ospedali riuniti Marche nord, il nuovo Ospedale Ancona sud INRCA, il nuovo Ospedale Salesi presso l’AOU Ospedali riuniti di Ancona, il nuovo ospedale unico della Provincia di Macerata e lo stesso per la provincia di Fermo e di Ascoli Piceno ed il tutto per una spesa complessiva, in via previsionale, che si avvicina al miliardo di euro.
Insomma quasi 18 anni, da quella riforma costituzionale del 2001, nel corso dei quali qui nella nostra Regione, a fronte di una profonda riorganizzazione amministrativa del sistema sanitario regionale e di importanti investimenti economici in nuova edilizia sanitaria, poco, molto poco, è stato fatto anzi investito per la riorganizzazione e soprattutto per l’efficientamento della assistenza sanitaria in specie di quella territoriale.
E infatti ci domandiamo:
a che punto sta il fascicolo sanitario elettronico? E le reti cliniche? E lo sviluppo di percorsi di cura ed assistenza (PDTA, PAI)? E la continuità ospedale territorio? La medicina in remoto?
Poco, molto poco, di quanto sopra è stato fatto e per di più se è stato fatto è avvenuto in conseguenza di iniziative progettuali o magari della maggiore attenzione/sensibilità di qualche direttore ma limitatamente al proprio contesto di riferimento; insomma non molto oltre a sporadiche iniziative locali, nulla pertanto in grado di garantire parità di diritti, in termini di accesso alle cure ed ai servizi sanitari e socio sanitari, a tutti i cittadini marchigiani.
Così, nonostante la quasi maggiore età, il nostro servizio sanitario regionale si mostra ancora in difficoltà nel garantire un sistema di assistenza sanitaria e socio sanitaria integrata capace di rispondere in maniera puntuale, efficace ed efficiente ai bisogni di salute della popolazione marchigiana, di tutta la popolazione.
Ma del resto ancora ci domandiamo:
quale è il sistema di assistenza sanitaria e socio sanitaria che ha in mente di realizzare da qui in avanti il Governo regionale? Quale è l’asset strategico per la salute dei cittadini marchigiani? Nulla è dato sapere: del resto nulla vi è di pianificato e programmato.
Eravamo alle prime ore di questo anno che sta per terminare, quando da parte nostra si affermava che l’unica strategia regionale in materia di salute era quella della non pianificazione. E ancora, a distanza di un anno, è così: si continua a riorganizzare/riformare/chiudere in assenza a monte di qualsivoglia piano programmato, per di più condiviso e partecipato: il piano socio sanitario, quello del 2018-2020, dove sta? A che punto sta?
Questo è il nostro Servizio Sanitario Regionale: auguri?!? Forse.
Cittadinanzattiva delle Marche
Il Segretario regionale
Monia Mancini