Il tema della libera professione è sempre molto caldo: in un recente post abbiamo evidenziato un report che evidenzia per le Marche ricavi pro capite (non solo dei professionisti, ma anche delle Aziende Sanitarie) legati a questa modalità di erogazione delle prestazioni (CREA 2017. Ultima puntata (libera professione)). In un commento su un nostro articolo su facebook veniva segnalato il classico esempio di un utente che lamenta il differenziale di attesa tra libera professione (domani pomeriggio) e CUP (tra 2 mesi). Recentemente la Corte costituzionale ha bocciato una Legge regionale che estendeva tale attività anche alle altre professioni sanitarie e poi periodicamente il dibattito politico si accende su proposte di abolizione.
Ma procediamo con ordine.
La libera professione è prevista per legge quale strumento delle Aziende sanitarie per offrire servizi aggiuntivi agli utenti (una rassegna normativa nel sito della Camere dei Deputati); per questo i volumi di attività devono essere programmati dalle Aziende Sanitarie e essere inseriti negli obiettivi delle unità operative. Solo in questo modo si poteva consentire qualcosa che obiettivamente stride col principio costituzionale dell'art 98 (forse la citiamo troppo spesso...): "I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione". Difficile trovare soluzione più chiara e semplice ai mille discorsi sui conflitti di interesse... (naturalmente l'abolizione della libera professione porrebbe un immediato problema di retribuzione). Il reclamo sopra richiamato però contiene al proprio interno la risposta: il fatto che le agende libero professionali siano così libere è dimostrazione della capacità di risposta (purtroppo spesso inappropriata perchè passa dal Pronto Soccorso) del sistema ai bisogni espressi dalla popolazione.
Ma quali sono i numeri della libera professione nelle Marche (l'atto regolamentare di riferimento è la DGR 106/2015)?
Per rispondere abbiamo a disposizione la Relazione annuale (2015) del Ministero della salute al Parlamento.
Innanzitutto segnaliamo il giudizio complessivo positivo per le Marche:
"La regione mostra il pieno adempimento per tutti i 3 indicatori regionali (nel 2014 l’indicatore R3.1 risultava non adempiente):
- R2.1: Individuazione delle misure dirette ad assicurare, in accordo con le organizzazioni sindacali, il passaggio al regime ordinario dell’attività libero-professionale;
- R3.1: Emanazione/aggiornamento linee guida regionali;
- R5.1: Istituzione di appositi organismi paritetici con le organizzazioni sindacali e la partecipazione delle organizzazioni rappresentative degli utenti e di tutela dei diritti.
A livello di indicatori aziendali si evidenzia quanto segue:
la piena adempienza per i 6 indicatori che seguono:
- A3.3: Pagamento delle prestazioni direttamente all’Azienda tramite mezzi di pagamento che assicurino la tracciabilità;
- A3.4: Definizione degli importi da corrispondere a cura dell’assistito;
- A3.5: Trattenuta dal compenso dei professionisti di una somma pari al 5%;
- A3.8: Adozione di misure dirette a prevenire l’insorgenza di conflitto di interessi o di forme di concorrenza sleale;
- A4.1: Definizione annuale dei volumi di attività istituzionale;
- A4.4: Costituzione di appositi organismi paritetici di verifica e controllo;
il parziale adempimento per 3 indicatori:
- A3.1: Attivazione dell’infrastruttura di rete;
- A3.7: Svolgimento di attività di controllo relative al progressivo allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni;
- A4.2: Determinazione dei volumi di attività libero-professionale.
Rispetto al 2014 si convalidano i risultati per quasi tutti gli indicatori confrontabili ad esclusione dell’indicatore A4.2 che supera le criticità e risulta parzialmente adempiente. Dal 2013 al 2015 si nota un costante e crescente miglioramento nel livello di adempienza rispetto ai 12 indicatori valutativi: la Regione nel 2015 raggiunge quasi il 90% di adempienza".
Ma vediamo alcuni aspetti in maggiore dettaglio.
Organismi paritetici con le organizzazioni sindacali e la partecipazione delle organizzazioni rappresentative degli utenti e di tutela dei diritti: sono stati costituiti, ma non risultano convocazioni (almeno nel report del Ministero). Inoltre, nella composizione per le Marche mancano le associazioni rappresentative degli utenti e di tutela dei diritti.
Il dato relativo al numero di dirigenti medici che esercitano la libera professione evidenzia un valore alto (mentre è nella media il dato per i medici universitari).
Il forte lavoro svolto dalle Aziende per ricondurre tutte l'attività libero professionale all'interno di spazi aziendali è riconosciuto nel seguente grafico:
Certamente interessante è il dato del guadagno medio per medico (suddividendo l’ammontare della “compartecipazione al personale”, ossia la quota di ricavi per prestazioni in libera professione che spetta per gran parte ai dirigenti medici - in parte residuale al personale di supporto - per il numero complessivo di medici che esercitano la libera professione intramuraria): un dato appena al di sopra della media nazionale.
Si evidenzia inoltre che i ricoveri in regime libero professionale nelle Marche sono stati appena 322.
La relazione fornisce anche i dati relativi ai ricavi e costi della libera professione: nel 2015 un ricavo di 37.341.000 €, con una quota per le Aziende sanitarie di 5.602.000 €. Sembrano numeri rilevanti, ma non dimentichiamo i denominatori: il sistema sanitario regionale impiega risorse pari a 2.800.000.000 € (quindi i ricavi della libera professione rispetto a questa cifra sono solo l'1,3%). Il dato del report CREA indica comunque un valore elevato nel ricavi pro capite (CREA 2017. Ultima puntata (libera professione))
Infine, la cosa forse più interessante è il rapporto con l'attività istituzionale (ma questi dati dipendono dalla qualità del flusso informativo in particolare per le attività in regime istituzionale). Sono dati interessanti, che naturalmente non includono le prestazioni acquistate in regime privato (anche da professionisti delle Aziende Sanitarie che hanno scelto la libera professione extramoenia).
Quello che segue è il rapporto percentuale tra prestazioni erogate in libera professione e quelle erogate in istituzionale:
Prestazione | % - 2014 | % - 2015 |
vis cardiologica | 24 | 24 |
vis chirurgia vasc. | 39 | 44 |
vis endocrinologica | 15 | 15 |
vis neurologica | 26 | 31 |
vis oculistica | 7 | 8 |
vis ortopedica | 14 | 12 |
vis ginecologica | 35 | 29 |
vis ORL | 15 | 14 |
vis urologica | 45 | 40 |
vis dermatologica | 12 | nd |
vis fisiatrica | 9 | 9 |
vis gastroenterologica | 51 | 47 |
vis oncologica | 8 | 8 |
vis pneumologica | 17 | 16 |
Mammografia | 8 | 5 |
TAC (vari distretti) | 4 | 3 |
RM | 14 | 11 |
Ecografia capo e collo | 14 | 11 |
Ecocardiografia | 21 | 24 |
Doppler tronchi sovraortici | 16 | 13 |
Doppler vasi periferici | 16 | 15 |
Ecografia addome | 16 | 12 |
Ecografia mammella | 10 | 8 |
Ecografia ostetrico gin. | 7 | 6 |
Colonscopia | 6 | 5 |
Esofagogastroscopia | 5 | 6 |
Elettrocardiogramma | 26 | 29 |
Elettrocardiogramma holter | 4 | 5 |
Elettrocardiogramma da sforzo | 9 | 9 |
Audiometria | 5 | 5 |
Spirometria | 3 | 2 |
Elettromiografia | 4 | 4 |
Come sempre i dati vanno confrontati con la realtà "vera". Per la gastroenterologia saremmo vicini ai valori limite consentiti e certamente questi dati confermano la presenza di aree critiche anche per l'urologia e la chirurgia vascolare. Percentuali così basse per le visite oculistiche, le visite dermatologiche e le visite ORL (solo per fare alcuni esempi) fanno pensare ad un ricorso molto consistente al privato "puro".