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Dopo l'articolo su: Relazione stato di salute (e le sue diseguaglianze): screening per il tumore della cervice uterina, analizziamo la situazione dello screening del tumore della mammella.

Tra le donne, il più frequente tumore è quello della mammella, rappresentando il 28% di tutte le neoplasie, seguito da quello del colon-retto (13%), polmone (8%), tiroide (6%) e corpo dell’utero (5%) - dati Airtum I numeri del cancro in Italia 2017 - Ministero della Salute.

La Regione Marche ha un'area web dedicata agli screening

La lettura dell'andamento dell'attività di screening nella nostra regione si può avere innanzitutto con i dati della rilevazione PASSI: il dato di copertura totale superiore al valore nazionale e con una prevalenza dell'attività di screening organizzata su quella spontanea (chi fa la mammografia di propria iniziativa), sebbene il 12% della popolazione dichiara di non aver mai ricevuto la lettera di convocazione per lo screening.

Stratificando la popolazione si evidenzia la presenza di diseguaglianze nell'accesso, con dati più bassi in donne con minore scolarità, peggiore situazione economica e nelle donne straniere, che presentano una bassa partecipazione allo screening:

Gli indicatori del MeS evidenziano quanto segue: 

B5.1.1 Estensione corretta dello screening mammografico:

esiste una differenza intra-regionale nell'estensione dello screening (ovvero del numero di donne chiamate), con variazione tra i due bienni in incremento generale ma con una performance pessima dell'Area vasta 5 - Ascoli Piceno - San Benedetto del Tronto e scarsa per l'Area vasta 4 - Fermo:

 

 

B5.1.2 Adesione screening mammografico:

Mentre 3 Aree vaste registrano una performance buona, appare critica la situazione dell'Area vasta 3 - Macerata e Area vasta 2 - Ancona:

 

Preoccupante è il dato dell'Area vasta 3 - Macerata che registra anche una forte riduzione tra 2015 e 2016, mentre appare sostanzialmente stabile l'Area vasta 2 - Ancona; rilevante è l'incremento di adesione dell'Area vasta 4 - Fermo:

I dati mostrano che a fronte di una situazione regionale nel complesso buona, si riscontrano - di nuovo come per lo screening del tumore della cervice - delle forti disomogeneità interne (come in altri ambiti: Le Marche in sanità: non c'è una eccessiva disomogeneità nella qualità dei servizi?) che corrispondono a donne con minore scolarità, peggiore situazione economica o immigrate che non effettuano un esame in grado di evitare loro un tumore.


Come è possibile e tollerabile una cosa simile?

 

 

 

 

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