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Il tema di oggi è la eccessiva variabilità all'interno delle Marche della qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini. Una Regione come le Marche giustamente orgogliosa della sua pluralità culturale ed ambientale, deve invece governare la erogazione di una sanità omogenea nei risultati, pur se in presenza di soluzioni organizzative locali diverse.

E adesso vediamo quali dati abbiamo preso per ragionare su questa problematica. Un Decreto ministeriale (21/6/2016) ha definito degli standard di funzionamento degli ospedali oggetto di specifico monitoraggio (e conseguente possibilità di intervento del Ministero con un piano di rientro in presenza di situazioni critiche): per la prima volta non si trovano solo vincoli economici, ma anche valori di riferimento relativi alla qualità delle cure (nell'ambito degli indicatori del Programma nazionale esiti, PNE). Di questo si è già parlato in un articolo in un articolo su PNE e Treemap (Sono usciti i quadri del PNE. Materie: volumi, esiti e ... treemap!). L'uso del flusso informativo delle SDO  per la verifica della qualità dell'assistenza si è sviluppato proprio col Programma nazionale esiti, che,  pur risentendo ancora della disomogeneità tra i diversi ospedali della codifica delle patologie (e quindi della corretta segnalazione o meno di tutte le patologie presenti nel paziente), costituisce un progetto davvero importante per misurare - e confrontare - la salute prodotta dalle strutture sanitarie.

Dai dati che si possono vedere accedendo (dopo registrazione) al Programma si rileva per alcuni importanti indicatori (espressi sia nel valore grezzo, calcolato cioè senza tenere conto delle differenze tra le varie popolazioni  in esame,  sia nel valore aggiustato, calcolato cioè rimuovendo l'eventuale effetto della differenza per età e per gravità della malattia   delle popolazioni confrontate). Abbiamo scelto due esempi di fenomeni letti con riferimento alla popolazione residente in ciascuna delle 5 Aree Vaste, indipendentemente dalla singola  struttura che  ha fatto (o non ha fatto) l'intervento. Gli indicatori che seguono non valutano i singoli ospedali, ma la rete che serve una determinata area vasta, compresi gli ospedali di altre Aree e di altre Regioni. 

 

Frattura di femore operata entro 2 giorni - protocollo indicatore:

Area vasta % grezza % aggiustata
Pesaro e Urbino 64,09  63.81
Ancona 50,25  49.68
Macerata 57,55  57.31
Ascoli Piceno 59,93  61.03
Fermo 41,74  42.29

 

Percentuale di infarti STEMI (un sottotipo di infarto che richiede l'accesso al centro di emodinamica entro 90 minuti dalla diagnosi con elettrocardiogramma) che hanno effettuato la procedura in emodinamica entro 2 giorni (dai flussi informativi esistenti si registra il tempo solo in giorni) - protocollo indicatore :

Area vasta % grezza % aggiustata
Pesaro e Urbino 63,35  67.22
Ancona 40,12  45.48
Macerata 58,82  58.64
Ascoli Piceno 64,96  67.59
Fermo 31,91  34.24

  

Ma come si leggono questi valori?

Per aiutare l'interpretazione di questi indicatori il Decreto definisce dei punteggi da 1 per la qualità molto alta a 5 per quella molto bassa:

Quando si confronta questa tabella con i dati delle varie aree vaste,  si vede, ad esempio, che per la tempestività dell'intervento per frattura del femore si va da punteggi alti a punteggi bassi dentro la stessa regione.

Questo del PNE è uno strumento importante perchè rende leggibile il sistema da parte di tutti, su indicatori di dimostrato impatto sulla salute dei cittadini, e offre la possibilità di ragionare sia sul funzionamento del SSR nel suo complesso che per singola area.  Ad esempio, da alcuni di questi dati i residenti nella provincia di Ancona non sembrerebbero  i privilegiati di cui talvolta si scrive... Questi dati aiutano inoltre il sistema a concentrare le proprie energie su quello da cui si può recuerare maggiore valore aggiunto in termini di di salute!

Ricordando un articolo di questo blog (A chi appartiene il sistema sanitario): quali azionisti di una azienda accetterebbero dividendi tanto differenziati?

E quindi è meravigliosa la pluralità della Regione Marche con il suo sistema  diffuso di musei, teatri, borghi,  con la sua varietà di paesaggi (mare, spiagge, promontori, colline, monti , ...), con i suoi prodotti (dai moscioli di Portonovo al tartufo bianco), con i suoi piatti (dal brodetto di pesce, alla crescia e qui l'elenco lo riscriveremo a parte tanto è lungo), con i suoi dialetti e quindi le sue lingue, e con molto altro ancora. Ma sulla frattura di femore e sull'infarto, no grazie: preferiamo tutti punteggi alti dappertutto. Come per il resto dei servizi e delle prestazioni. La chiamano equità.

Ma se le Marche sono una regione al plurale, anche l'Italia è un paese a più Sanità regionali. E quindi sempre dal PNE si ricavano questi due grafici che seguono. Nel primo si vede come la proporzione di pazienti con infarto STEMI trattata con PTCA entro due giorni sia molto variabile dentro la Regione come già visto (colonnina Marche troppo alta), ma si vede anche che questo indicatore è migliore di quello delle Marche in quasi tutte quelle del centro-nord ed in alcune del centro-sud. Questo dato preoccupante dipende da quali fattori: una non corretta classificazione della casistica trattata (problema di forma) o una inadeguata gestione del percorso assistenziale? Qualcuno dovrebbe rispondere, anzi dovrebbe averlo già fatto.

 

Lo stesso vale per la tempestiva gestione chirurgica della frattura del collo del femore:quasi tutte le Regioni del centro-nord vanno meglio di noi.

Questa variabilità almeno apparente nella qualità  dei servizi offerti ai cittadini delle varie aree delle Marche da chi va fatta emergere?

Ricordiamoci che qui sono stati fatti solo due esempi, ma infinitamente altri se ne potrebbero fare dentro e fuori l'ospedale.  Quali sono i punti del sistema che in modo coordinato e formalizzato riportano equità sui principali fenomeni di salute della nostra comunità? Prima ancora: dove e da parte di chi e con quali obiettivi vengono letti nel sistema questi dati? 

La sanità marchigiana: una pluralità di azioni con un unico omogeneo buon risultato. Questo l'obiettivo.

 

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