Non ho avuto mai una particolare simpatia per Laura Boldrini, ma l'altra sera l'ho sentita un po' parlare e alcune sue considerazioni sono interessanti.
Innanzitutto l'evidenza dell'esistenza di una discriminazione verso le donne nel nostro parlare: penso sia in effetti una giusta rivendicazione quella di declinare al femminile tutte le definizioni di incarico, non solo quella che più ci viene naturale "Caposala" (oggi "coordinatrice")... quindi è giusto definire Direttrice di Unità operativa e non al maschile un primario, come pure DIrettrice generale (ne abbiamo in effettì una sola - su quattro - nel sistema la dott.ssa Maria Capalbo) e Direttrice di Area vasta (anche in questo caso... una sola ma su cinque, l'Avv. Giulietta Capocasa)... I numeri della presenza ai vertici del sistema in effetti riportano alla seconda considerazione: "siamo il 51% della popolazione italiana e, come in Parlamento, la maggioranza deve contare"... Ma in effetti siamo immersi in una cultura che ancora deve superare tanti pregiudizi.
Anche questo blog è maschile... ma abbiamo dedicato spazi a tematiche importanti per le donne, a partire dalle criticità degli screening oncologici (due ra i principali riguardano le donne: cervice uterina e mammella), ma certamente manca nel nostro sistema una riflessione approfondita e operativa (paragrafi sul tema in documenti si trovano...) sulla tematica della medicina di genere, che potrebbe avviarsi da documenti esistenti (8 marzo + 1: non è mai troppo tardi per gli auguri (speriamo)).
PS: l'incontro con la Boldrini era protetto da un significativo impiego di forze dell'ordine per un picchetto di Casapound (motivazione: "odierebbe per gli italiani"... concetto arbitrario e pericoloso!), forse questo me l'ha resa più simpatica...