E così dopo tanta stampa e buoni propositi, la Coop art. 32, Centro Medico privato di Montefelcino, e alcuni comuni della provincia di Pesaro si sono costituiti in Fondazione, con lo scopo dichiarato di avviare una sperimentazione gestionale per gestire la Radiologia dell’Ospedale di Comunità di Fossombrone.
Ma la cooperativa non si era proposta di garantire, con i propri volontari e gratuitamente, gli esami radiologici presso quell’Ospedale?
Chi conosce il sistema sanitario aveva già intuito che questa disponibilità fosse solo una trovata pubblicitaria.
Il professionista volontario, per quanto bravo, non può in alcun modo sostituirsi al medico dipendente nell’esercizio delle sue funzioni diagnostiche – terapeutiche – preventive, ma solo affiancarlo non potendo operare da solo.
Allora?
Viene il sospetto che proporsi come volontario per favorire l’utenza e abbattere le liste d’attesa sia in realtà il solito camuffamento di alcuni per nascondere operazioni speculative e giungere, attraverso la fondazione, a convenzionare questo nuovo soggetto con il SSR per la gestione di un altro pezzo di servizio pubblico, attraverso la formula della sperimentazione gestionale.
Queste sono regolamentate dall’art. 9 bis della Legge 502/92 e dall’art. 10 del decreto legislativo 229/99; sono attuate attraverso convenzioni, la cui competenza in materia di autorizzazioni, spetta alle regioni, che possono procedere con regolamentazione autonoma, come previsto all’art. 3 della Legge 405/2001.
Tale norma prevede altresì che le Regioni trasmettano copia dei programmi di sperimentazione al Ministero della Salute, dell’Economia e Finanza e al Dipartimento degli Affari Regionali. Questi programmi sono proposti dalle Regioni, motivando la convenienza economica del progetto gestionale, il miglioramento della qualità dell’assistenza e la coerenza con le previsione del Piano Sanitario Regionale. La scelta del partner privato è affidata ad una gara pubblica. E’ previsto anche una relazione annuale sui risultati conseguiti con la sperimentazione sia sul piano economico che sulla qualità del servizio.
Nella Regione Marche è ferma in commissione sanità la pdl n.145/2017, bloccata dalla stessa maggioranza che sostiene la Giunta. Le esperienze in questo campo comunque non sono state né rilevanti, né importanti.
Non ci serve un altro soggetto per gestire un servizio che gli operatori pubblici sanno gestire egregiamente; il ricorso a queste forme più che innovazione gestionale, rappresentano soluzioni amministrative di ingegneria giuridica, utili per cedere la responsabilità gestionale di importanti servizi sanitari radicati nel territorio alla gestione dei privati.