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La recente drammatica esperienza della maxiemergenza legata alla tragedia di Corinaldo ha consentito (purtroppo) di mettere alla prova il nostro Sistema di Emergenza Territoriale (SET) 118. La risposta del SET 118 è stata di alta qualità come segnalato anche dalla stampa specializzata nazionale.

Proprio perché il SET ha dato grande prova di sé questa potrebbe essere l’occasione per affrontare alcune criticità irrisolte che ne condizionano l’operatività. Due di queste sono sicuramente rappresentate dallo stato del sistema informativo e da quello dell’assetto organizzativo . Ne abbiamo parlato con Riccardo Sestili che è stato a lungo direttore della Centrale Operativa 118 di Ancona oltre che, a tutt’oggi,  figura di riferimento a livello nazionale sui temi dell’emergenza territoriale. Riccardo è stato, tra l’altro, Presidente della Società Italiana Sistema 118 (SIS 118).

Una premessa sul ruolo del SET 118 è a questo punto opportuna. Il suo buon funzionamento è oggi strategicamente ancora più importante nelle Marche. La progressiva riduzione delle strutture ospedaliere va accompagnata da una continua qualificazione di tale sistema per dare ai cittadini la sicurezza che in caso di emergenza la risposta sarà comunque tempestiva ed efficace. Diventa dunque, tra le altre cose, importante avere i dati che servono per comunicare lo stato del sistema di emergenza territoriale e per monitorare gli effetti di tutte le modifiche che vengono effettuate sulla organizzazione dei servizi. Per questo partiamo da una domanda sul sistema informativo del SET 118.

Riccardo, c’è in Italia (e nelle Marche) un sistema informativo del SET 118 che ci consente il monitoraggio dei tempi di risposta per territorio, la analisi della tipologia degli interventi (natura delle emergenze cui si è dato risposta, prestazioni effettuate, tempi di risposta, ecc) e la misurazione degli esiti degli interventi? Nel caso delle Marche cosa ci dicono questi dati? E’ possibile un confronto con i dati delle altre Regioni?

Bisogna dire subito che quella del sistema informativo del SET 118 è al momento una nostra criticità regionale. Cerco di spiegare perché. Diverse aziende nel panorama italiano forniscono software relativi all’attività del SET118. I dati registrati confluiscono per il tramite dei Servizi informatici regionali in un unico software presso il Ministero della Salute. Nell’ambito di questo percorso esistono due tipi di problematiche.

Primo problema: il software regionale di gestione del SET 118. Nella nostra Regione l’acquisizione originaria del software risale, naturalmente con aggiornamenti in itinere in relazione all’evoluzione normativa, ai primi anni ‘2000. L’attuale piattaforma software risulta quindi decisamente obsoleta. Con DGRM del 01/08/2016 n. 863 la nostra Regione deliberava il “riuso” gratuito del programma applicativo del CUS 118 della Val d’Aosta, ma sono stati necessari più di due anni per arrivare al bando di gara del 28 novembre 2018, scadenza 14 gennaio 2019, per i servizi di assistenza e manutenzione del sistema software CUS 118.

Secondo problema: la “popolazione” dei dati nel software regionale. Mentre il “Tracciato 1 (Segnalazione) – 118” relativo ai dati raccolti in centrale risulta completo, il “Tracciato 2 (Intervento) – 118” relativo ai dati da raccogliere sul territorio da parte del personale del Sistema territoriale di soccorso risulta largamente incompleto ed inaffidabile, peraltro con significative differenze tra le Aree Vaste ASUR. Questo per due ordini di problemi, le carenze hardware e software del sistema principalmente e l’”ingovernabilità” del Sistema territoriale di soccorso.

Che cosa intendi per ingovernabilità del sistema?

Il nostro sistema soffre dell’assenza di una catena delle responsabilità precisa e condivisa tra territorio e centrale in relazione, nella fattispecie, al monitoraggio di quantità e qualità dei dati immessi. La risultante di quanto sopra appare di tutta evidenza se si osservano i dati relativi all’anno 2015 riportati su un report del Ministero Salute “prime analisi 2015” che nella nostra Regione, ad esempio, per il Sistema territoriale di soccorso, alla voce “Completezza e qualità della rilevazione – qualità del dato patologia riscontrata e qualità del dato prestazione prima” riportano un 88% di “Patologia (prevalente) non identificata” (record tra tutte le altre Regioni) ed un 79% di “Visita generale” (terzo posto).

Nel SET 118 operano componenti molto diverse già in partenza: personale dipendente, personale convenzionato con il SSR (i medici dell’emergenza territoriale) e personale delle Associazioni di Volontariato che operano in convenzione con il SSR. Se a questo aggiungiamo che l’inquadramento di tali figure nell’organizzazione a livello territoriale non è ancora ben definita ed omogenea e che manca un punto forte di governo a livello centrale regionale si arriva facilmente a comprendere natura e rischi di questa ingovernabilità (ovviamente relativa) in un sistema che dovrebbe dare una risposta quasi “militarmente” strutturata.

Riccardo, scusa se ti interrompo, ma per le problematiche della natura del rapporto con i medici dell’emergenza territoriale rimanderei chi legge ad una recente  lettera di un medico delle Marche inviata al direttore del Quotidiano Sanità).  Mi sembra una testimonianza importante. Torniamo adesso agli assetti organizzativi complessivi del SET 118 delle Marche.

A suo tempo avevo già fatto presente in un’altra intervista a questo blog che sono maturate in diverse altre Regioni italiane interessanti e diverse esperienze organizzative nel campo della gestione dell’emergenza sanitaria preospedaliera, tutte portatrici di una visione integrata all’interno dell’intero ambito territoriale regionale. Avevo nell’occasione proposto, proposta che confermo, l’istituzione, con atto di Giunta, di un Dipartimento/Coordinamento funzionale Interaziendale per il Sistema di Emergenza Territoriale (SET) 118, con relativo Centro di Responsabilità regionale, individuato presso una Azienda Sanitaria della Regione.

Tornando ai problemi del sistema informativo in cosa si traducono le sue carenze nel nostro SET 118?

Purtroppo queste carenze si traducono nella mancata possibilità di valutazione, revisione e miglioramento del Sistema e in una immagine falsata e negativa del nostro SET 118 che, nonostante  la presenza di personale altamente motivato e qualificato che opera al meglio, risulterebbe in teoria, sulla base dei dati e soprattutto dai non dati, costituito da personale che “visita” il Paziente senza identificare una patologia prevalente.

Grazie Riccardo. Per concludere, quello della carenza di dati e della conseguente difficoltà di analisi e progettazione continua ad essere uno dei punti deboli del sistema sanitario marchigiano assieme alla inadeguatezza degli assetti organizzativi, non a caso concausa di quella carenza.

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