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Come dice il titolo è uscito il XXI Rapporto PIT Salute (edizione 2018 con i dati 2017)

A proposito PIT per cosa sta? Ecco la risposta (dal sito di Cittadinanzattiva della Lombardia):

ll PIT Salute è una struttura di servizio del Tribunale per i diritti del Malato, tale progetto è mirato a fornire al cittadino informazioni, orientamento e assistenza mediante punti-rete sul territorio.

PIT è l’acronimo di Progetto Integrato di Tutela  perchè il servizio si sforza di mettere in atto strategie di tutela integrata, tanto per quanto riguarda i soggetti coinvolti (pubblici, privati, professionali, sociali), che per quanto riguarda le procedure adottate (giurisdizionali, amministrative, sociali).

Attraverso il servizio PIT Salute il Tribunale per i diritti del Malato promuove una tutela integrata dei diritti, mettendo in campo tutte le modalità di tutela più efficaci ed appropriate al fine della risoluzione dei problemi presentati a seconda delle opportunità, vale a dire: azione legale, amministrativa, tutela sociale, conciliazione, consulenza di esperti, denuncia pubblica, anche in combinazione tra loro.

Il PIT Salute raccoglie le segnalazioni raccolte ogni anno e le elabora restituendo poi con un Rapporto  le elaborazioni a quanti sono interessati a ragionare sullo stato della nostra sanità pubblica e sulle sue criticità. Noi ne raccomandiamo senz’altro la lettura.

Qualche considerazione di massima sui dati:

  1. il titolo del rapporto di quest’anno è “Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco” ed è appunto su questi due temi (attese e costi) che si concentra l’analisi delle segnalazioni;
  2. le principali criticità percepite dai cittadini si concentrano sui problemi di accesso al servizio e quindi sulle liste di attesa (e sui costi per “aggirarle”): più di una segnalazione su tre riguarda questa problematica;
  3. al secondo posto, ma con un forte distacco (15% circa), ci sono le segnalazioni di criticità sulla assistenza territoriale;
  4. due discipline con forti problemi di accessibilità sono l’ortopedia e l’oculistica (attesa media di 15 mesi per un intervento di cataratta);
  5. i dati marchigiani presentano qualche particolarità visto che al secondo posto figurano le segnalazioni per problemi relativi a invalidità e handicap (23,7%, contro un dato nazionale di 12,2%).

E adesso qualche rapido commento.

I problemi di qualità percepita dai cittadini in tema di salute si confermano quelli relativi alle liste di attesa, mentre le criticità relative alla assistenza territoriale e alla prevenzione pesano meno. Non dipenderà forse dal fatto che la assistenza territoriale viene considerata un diritto meno “importante” perché riguarda solo alcuni e i cittadini non sanno bene a cosa hanno diritto? E dal fatto che la  prevenzione  viene considerata più un fatto individuale che una dimensione della offerta pubblica di servizi? Da un punto di vista epidemiologico la correlazione tra stato di salute e difficoltà di accesso alle prestazioni ambulatoriali (il principale tormentone di sistema) non è poi così certa, mentre è certa l’influenza sulla salute sia in termini quantitativi che qualitativi di una carente offerta di servizi territoriali e di interventi di prevenzione.

E’ una responsabilità di tutti gli attori (tecnici e prima ancora politici) rendere consapevoli i cittadini su tutti i loro diritti a partire da quelli che sono meno abituati a considerare tali. Il rapporto 2018 di Cittadinanzattiva offre molti spunti al riguardo. Andrebbe letto con attenzione anche in fase di predisposizione di un Piano Sociosanitario Regionale. Che è (se le cose non sono cambiate) il caso della Regione Marche.

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