La recentissima DGR 835/18 propone una modifica dei criteri di nomina dei Direttori di Area Vasta (AV). Adesso basta (basterebbe) avere ricoperto incarichi di direzione amministrativa, sanitaria, di area vasta o di struttura complessa in Enti del Servizio Sanitario Nazionale anche in modo non continuativo, per almeno un triennio.
La motivazione dell’atto doveva fornire una doppia motivazione: perché modificare proprio adesso i criteri con carattere di urgenza (motivazione facile: verranno rinominati a breve) e poi perché modificarli in quel modo, rendendo molto più basso il profilo dei candidati ammissibili ad un ruolo che dovrebbe essere così importante e delicato. Qui la motivazione non c’è, ma è facile ricostruirla. Proviamoci, non che sia così difficile.
Per la nomina del direttore di AV, si è passati da candidati con un profilo da Direttore Generale (cinque anni di esperienza direzionale e curriculum formativo attestato da corsi di formazione manageriale “abilitanti”) a candidati cui bastano tre anni di esperienza di direzione svolti anche in modo non continuativo. Quest’ultima specifica, fragorosa nonostante sia buttata lì come una sorta di dettaglio amministrativo utile ad evitare contenziosi, certamente serve a qualcosa, anzi a qualcuno.
C’arrivo persino io.
Serve a due persone: chi nomina (che ha un requisito in meno di cui tenere conto) e chi viene nominato (che evidentemente quel requisito non ce l’ha).
Ma mi preme da tecnico un solo punto dell’orientamento della Giunta. Il fatto cioè che la Giunta ritenga che gestire un’Area Vasta (organizzazione che tutela la salute di alcune centinaia di migliaia di persone e coinvolge migliaia di operatori e centinaia di dirigenti) sia un impegno non verso quelle persone e quegli operatori e dirigenti, ma verso la Giunta stessa. Se si volessero garanzie di competenza ed esperienza si manterrebbe alta l’asticella dei requisiti, se si volesse avere mano libera sulle nomine la si abbasserebbe.
I dati riportati in questo sito hanno spesso documentato una forte variabilità nella performance delle varie Aree Vaste sia in base ai dati del Programma Nazionale Esiti che a quelli dell’Osservatorio Nazionale sugli Screening. Quindi ci sono dati numerosi ed importanti che confermano l’esigenza di avere a livello di Area Vasta una forte qualità manageriale.
Difficile non pensare a quel termine mediocrazia su cui già a suo tempo avevamo scritto qualcosa (Che dirigenti vuole la sanità?).
Per evitare equivoci: non è che la Regione Marche voglia dirigenti mediocri, vuole solo (solo si fa per dire) che operino in modo mediocre e cioè allineato e poco critico. In discussione non sono le persone, ma quello che il sistema si aspetta da loro. E allora tanto vale sceglierle bene sin dall’inizio. E se per farlo serve allargare un po’ la maglia dei requisiti, allarghiamola...
...e che sarà mai!