Antefatto (per quanti non avessero familiarità con la politica marchigiana): il dott. Fabrizio Volpini è uno stimato e conosciuto collega medico di medicina generale di Senigallia eletto consigliere regionale nelle liste del PD. Nominato presidente della IV Commissione consiliare che si occupa di sanità ha rivestito per qualche tempo un ruolo di ... Difficile (almeno per chi non vive dentro la politica) definire questo ruolo diciamo così da semi-assessore che però è altrettanto strano di quello, per fare un esempio, di semi-sposato. Si tratta di ruoli che non ammettono mezze misure (o porzioni, fate voi). Perchè non gli sia stata data la qualifica piena (con relative responsabilità e poteri) di assessore difficile capirlo. Da un punto di vista tecnico è una scelta incomprensibile. Di più: pericolosa, vista la complessità del ruolo.
Detto questo, quella di ieri è stata una giornata concitata, con un susseguirsi di dichiarazioni e comunicazioni nel giro di poche ore. Tutto è cominciato con la circolazione di una lettera del dott. Volpini: "Ringrazio il presidente Ceriscioli per la fiducia che ha riposto in me, ma impegni e motivi personali mi impediscono di svolgere appieno le funzioni connesse all’incarico. Perciò, seppur con rammarico, sono giunto, dopo un periodo di profonda riflessione, a questa decisione. A spingermi verso questa direzione anche l’anomalia della delega affidatami e del ruolo insolito per un’amministrazione regionale che ricoprivo. Un ruolo che ho comunque fin qui svolto con la massima serietà. Se troverò confermata la fiducia di tutto il gruppo Pd, è però mia intenzione continuare a presiedere la commissione Sanità in Consiglio regionale con la massima disponibilità e leale collaborazione fino ad oggi dimostrate”. Dopo di che l'ANSA rilancia la notizia delle dimissioni.
Nel frattempo nella sua pagina Facebook il dott. Volpini precisa:
"......amo il mio lavoro di medico di famiglia, l’ho scelto tanti anni fa tra altre opportunità che mi si erano aperte per il quale ho cercato e cerco di dare il meglio delle mie conoscenze; sicuramente l’impegno ,prima per 10 anni di assessore al comune di Senigallia e da circa tre anni come consigliere regionale delle Marche, ha sottratto un po’ tempo alla mia attività, ma con una adeguata organizzazione portarla avanti dignitosamente non è stato e non è impossibile, pertanto l’argomentazione che lascio la ibrida delega alla Sanità affidatami dal Presidente della Regione è priva di fondamento. Solo per chiarire meglio la posizione!"
Mal interpretando queste frasi Quotidiano sanità annuncia che le dimissioni non ci sarebbero.
Segue (o magari precede, chissà) una dichiarazione del Presidente Ceriscioli che invece conferma la notizia (SANITÀ MARCHE. CERISCIOLI: VOLPINI LASCIA PER MOTIVI LAVORATIVI) e annuncia la nuova scadenza per l'approvazione della proposta di Piano sanitario da parte della Giunta regionale entro la fine dell'anno. Insomma, per il Presidente il dott. Volpini lascerebbe l'incarico perché non ha trovato un sostituto per il suo studio medico.
Una ulteriore dichiarazione del collega Volpini chiarisce tutto: col mio lavoro mi sono organizzato bene e in realtà rinuncio alla delega perché interpreto la politica come spirito di servizio e mi rendevo conto che non c'è stata efficacia di azione politica (e su questa affermazione tanto di cappello, come si diceva una volta) .
E dopo questa giornata dal ritmo serrato e una sceneggiatura quasi da spy story, un paio di considerazioni finali. Anzi: tre.
Prima: provate a spiegare ad una persona normale (ma forse anche ad un bambino un po' sveglio) perché, avendo sei posti da assessore da utilizzare, non si trova il modo di individuare un assessore per il settore che rappresenta i 2/3 del bilancio regionale e certamente la materia più rilevante nelle competenze della Regione. Quando oltretutto c'era anche la persona giusta a disposizione!
Seconda: provate a spiegare ad uno che in sanità ci lavora come si possa arrivare in tre mesi all'approvazione di un Piano (serio) in una Regione che in 9 mesi ha prodotto solo una compilation di slides. In una Regione, poi, che non ha un sistema informativo e che non riesce a gestire in forma adeguata una progettualità di livello regionale nelle seguenti aree (ed è un elenco incompleto): cronicità, demenze, salute mentale, cure palliative, reti cliniche, PDTA, integrazione socio-sanitaria, diagnosi precoce dei tumori, telemedicina, strategia aree interne... Servono altri esempi?
Terza: il collega Volpini in questi anni c'ha messo la faccia, come si dice, accettando sempre il confronto con un mondo professionale (quello della sanità) che lo pressava perché la politica desse risposte che tardavano, erano evasive o erano addirittura sbagliate. L'ho visto personalmente sostenere la parte della Regione di fronte a critiche serrate rivolte a lui (anche da parte mia) solo perché lui c'era e il confronto non lo sfuggiva.
Meno male che c'è qualcuno che la faccia ce la mette e non la vuole perdere. Come il collega Volpini.