Il magico potere del riordino è il titolo di un libro di alcuni anni fa dal successo planetario al punto che è uscita su Netflix pure una serie a cura della stessa autrice, Marie Kondo. A parte l’uso domestico che si può fare delle sue indicazioni (che non conosco, ma magari guardo la prima puntata della serie) mi affascina l’idea di applicare l’azione del riordino anche alle cose di cui ci occupiamo qui in questo blog.
Ecco cosa dice la Treccani a proposito del riordinare:
riordinare v. tr. [comp. di ri- e ordinare] (io rïórdino, ecc.). – 1. a. Mettere nello stesso ordine di prima: riordinò i fogli scompigliati dal vento; la donna stava riordinando la casa; tentò di r. i soldati sbandati, le file scompaginate; riordinarsi i capelli, le vesti. b. Mettere in ordine diverso, dare diverso assetto e diverse norme, con l’intenzione di migliorare l’ordine e in genere la situazione precedente: r. un museo, una biblioteca con criterî più moderni; era occupato a r. i suoi appunti, i suoi conti; in senso econ. e politico: r. le finanze dello stato; r. un’azienda, un ufficio; r. il paese. 2. non com. Impartire nuovamente un ordine.
Ho lasciato in grassetto il significato che si applica alle nostre cose: “mettere in ordine diverso, dare diverso assetto e diverse norme, con l’intenzione di migliorare l’ordine e in genere la situazione precedente”.
Ecco: sarebbe molto bello che la Regione cominciasse ad analizzare il tipo di riordino della sanità che ha fatto in questi quattro anni per un ideale passaggio di consegne a chi dovrà proseguire il suo lavoro tra un anno dopo le prossime regionali. Lo chiarisco subito: ci potrà anche essere continuità politica con una conferma elettorale del quadro emerso nelle precedenti elezioni. Sia in un caso (continuità politica) che nell’altro (discontinuità) è importante fare tesoro dell’esperienza di questi anni perché questa possa comunque essere patrimonio della comunità regionale. Per assolvere a questo scopo la descrizione del riordino deve essere critica, selettiva e mirata.
Deve essere critica perché le autocelebrazioni non servono e hanno, per così dire, il fiato corto. Selettiva perché deve scegliere ciò che è effettivamente rilevante e strategico. Mirata perché deve servire a disegnare la strada per continuare il riordino facendo tesoro della esperienza fatta.
Invito allora la Regione (tanto per andare dietro alla Kondo) a riporre ordinatamente dentro un armadio i processi avviati e i risultati ottenuti. Insomma a fare un riordino del riordino! Che scomparti utilizzare? Ne bastano pochi e strategici:
- potenziamento dei servizi territoriali (con una finestra più aperta in particolare sulla salute mentale e sulla neuropsichiatria infantile);
- potenziamento dei servizi di prevenzione;
- razionalizzazione della rete ospedaliera e piano di edilizia ospedaliera;
- grandi progetti strategici (cronicità, demenze ed aree interne);
- fascicolo sanitario elettronico e telemedicina;
- programmazione del personale.
Per ognuno di questi scomparti si propongono quattro ulteriori ripartizioni interne: la situazione di partenza, la situazione attuale e la situazione futura per cui si propone di lavorare, dati utilizzati per le scelte ed il loro monitoraggio. Sono ovviamente possibili tutti gli adattamenti del caso a questa proposta di piano di riordino.
Questo documento potrebbe poi essere discusso con tutti i portatori di interesse. Per chi ama l’inglese e preferisce stakeholder ricordiamo che in inglese riordino diventa decluttering!