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Discorso da blog? No, con esempi diversi, un discorso effettivamente avvenuto tanto che, in un caso, un collega mi interruppe perplesso: "Ma Remo stai dando dell'assassino al dott. XXXX?"... 

Un neonazista prende la pistola e invasato da una falsa percezione di invasione e di pericolo (quanto falsa? Basta leggere/vedere questo link della Gabanelli o ascoltare l'avv. Gian Domenico Caiazza) spara per uccidere persone sulla base del colore della pelle (ma anche sulla sede del PD); arrivano la polizia e i carabinieri (poi purtroppo arrivano anche nauseanti solidarietà).

Un nonno mentre va con l'auto a prendere a scuola la nipote, travolge un pedone che muore sul colpo; arrivano le forze dell'ordine e, grazie alla nuova civilissima legge, finisce direttamente in carcere (incredibile, ma vero).

Una infermiera sbaglia la diluizione del potassio in una flebo, magari per rispondere al telefono, e il paziente muore. Arriverà un processo, la stampa demolirà l'infermiera indipendentemente dagli anni di servizio prestati e l'errore commesso verrà duramente espiato.

Poi arriviamo al manager ed al politico che si occupano di sanità: non sottoporre a screening per la diagnosi precoce di tumore la popolazione immigrata, non garantire l'accesso tempestivo all'emodinamica in caso di infarto, sbagliare la disposizione sul territorio delle postazioni dell'emergenza territoriale, sottofinanziare i servizi per la salute mentale o la prevenzione: tutti fatti e scelte che determineranno dei decessi / disabilità / sofferenze evitabili, ma in questo caso... nonostante i numeri ben superiori di danneggiati... non succede nulla.

Quale è l'elemento che diversifica queste situazioni: la mancanza di consapevolezza delle responsabilità a causa della intrinseca complessità del sistema (che richiede opportuni indicatori per essere letto) e della cosiddetta asimmetria informativa tra cittadini / politici / operatori della sanità. Lo scopo di questo blog è proprio quello di consentire a tutti di avere gli strumenti per comprendere il sistema sanitario e poter chiaramente vedere (e misurare) le cose da correggere.

Se dopo aver visto, cittadini, istituzioni e professionisti lasciano le cose invariate... beh... sì... allora... non resta che chiamare il 112!


Citazione:
"È questa l'innegabile grandezza del diritto: esso ci costringe tutti a focalizzare la nostra attenzione sull'individuo, sulla persona, anche nell'epoca della società di massa, un'epoca in cui tutti si considerano più o meno come ingranaggi dì una grande macchina - sia questa la macchina ben oliata di qualche gigantesco apparato burocratico, sociale, politico o professionale, o la macchina caotica e rattoppata delle semplici circostanze fortuite in cui sono intrappolate le nostre vite.
Lo scaricabarile delle responsabilità, uno scaricabarile pressoché automatico nelle società moderne, trova sempre un punto d'arresto sulla soglia del tribunale.
Ogni giustificazione di carattere troppo astratto - dallo Zeitgeist al complesso d'Edipo, concetti che fanno di noi tutti, non tanto degli uomini, quanto delle rotelle di qualcosa di più grande - ogni giustificazione di questo tipo vien meno. Non importa quali siano le mode scientifiche del tempo, non importa quanto esse abbiano pervaso e persuaso l'opinione pubblica, influenzando anche i professionisti del diritto: l'istituzione giuridica deve sfidare tutto questo, se vuole continuare a esistere, e non appena ci si para dinanzi un individuo, la domanda non può più essere: «Come funziona il sistema?» ma: «Perché l'imputato è diventato un funzionario di questa o quest'altra organizzazione?»" ARENDT H. Alcune questioni di filosofia morale. Einaudi, 2006. p 12

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