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Finalmente ciò che era nell’aria è stato formalizzato: i Direttori Generali degli Enti del Servizio Sanitario Regionale hanno avuto una proroga dell’incarico di due anni e accompagneranno la Giunta fino a fine mandato. Le motivazioni si ritrovano nella DGR 991/2018 e sono così riassumibili:

  1. è vero che il Decreto Legislativo 171/2016 prevede un albo nazionale di idonei e l’avvio di una procedura apposita da parte della Regione per la loro nomina, ma siccome il contratto dei Direttori Generali delle Marche sottoscritti per lo più nel 2015 prevedevano una  durata triennale e la  possibilità di una proroga di due anni la Regione Marche ha scelto questa soluzione in alternativa al bando;
  2. la motivazione di tale scelta è che vi è una esigenza di continuità nell’azione delle Direzioni con particolare riferimento all’emergenza terremoto, alla gestione degli investimenti e al trasferimento del Salesi.

Sulla prima motivazione per così dire di tecnica amministrativa non mi esprimo. La Regione  ha acquisito un parere legale (evidentemente una questione di legittimità si poneva e quindi si pone) e per quello che mi riguarda nulla da eccepire. In altre Regioni (Piemonte) hanno fatto il bando e la proroga è stata utilizzata solo per il mese necessario per portare a termine la procedura.

Sulla motivazione per così dire di tecnica “organizzativa” vi è invece molto da dire. Si prendono tre questioni scollegate tra loro, e in due casi coinvolgenti solo  alcuni territori, per sostenere la linea “lasciamoli lavorare”. Di queste tre motivazioni una è francamente imbarazzante citarla (il terremoto) per il numero di volte in cui è stata chiamata in causa per giustificare ritardi ed inadempienze di tutti i tipi (si tratta oltretutto di un problema di straordinaria rilevanza, ma a carico di un territorio ben definito che certamente sta a cuore a tutta la Regione, ma questo è un altro discorso). Un’altra riguarda il trasferimento del Salesi, che è vicenda puntuale e circoscritta. La terza riguarda gli investimenti che sono il pane costante e quotidiano di qualunque Direzione. E quando mai la gestione degli investimenti è stata utilizzata per dare continuità alla azione di una Direzione Generale? Mettiamola in un altro modo: se ti basi su questo le Direzioni non le cambierai mai in nessuna Regione!

Ben diverso sarebbe stato motivare la scelta della continuità con la efficacia documentata della azione del Servizio Sanitario Regionale negli ultimi anni. In realtà gli ultimi obiettivi annuali delle Direzioni Generali valutati dalla Regione risalgono al 2015. Dei risultati della gestione 2016 e 2017 degli Enti ancora non si sa nulla.

In presenza di evidenti ed importanti processi di evoluzione del sistema con risultati documentati di impatto su temi come la cronicità, l’integrazione socio-sanitaria, l’assistenza territoriale, la prevenzione, le liste di attesa e la “famigerata” mobilità sanitaria la conferma di tutto l’apparato direzionale del SSN sarebbe stata di maggiore soddisfazione per tutti (Direttori confermati compresi, immagino).

Così è impossibile non avere l’impressione che la conferma sia avvenuta “d’ufficio” con il ricorso a motivazioni di opportunità veramente fragili. Motivazioni che non rendono a mio parere onore a chi andava confermato per i suoi risultati (che andavano predefiniti e monitorati) e non per il suo (scontato) impegno in alcuni lavori in corso.

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