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I disturbi del comportamento alimentare (DCA) costituiscono una problematica sanitaria e sociale di grande rilevanza epidemiologica e altrettanto rilevante impatto sociale. In questo post vorremmo fare il punto sullo stato della rete dei servizi dedicati nelle Marche a questo problema. Il post dà per scontata la consapevolezza di quanto da una parte il problema sia drammatico per le persone che ne sono afflitte e per le loro famiglie e dall’altra quanto sia ancora carente in Italia la risposta dei servizi  (http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2016/08/08/news/disturbi_alimentari_se_curarsi_e_un_odissea-143694481/).

Questa ricostruzione dello stato della rete per i DCA nelle Marche è stata fata sulla base delle informazioni ricavabili in rete all’ 8 ottobre 2018. Il punto di partenza può essere rappresentato dalla DGR 247/2015, che costituisce un atto piuttosto articolato e che: 

  1. inquadra i DCA da un punto di vista clinico ed epidemiologico;
  2. fa il punto dello stato dei servizi nella Regione Marche;
  3. approva le linee di indirizzo preparate da un gruppo di lavoro di cui hanno fatto parte rappresentanti dell’ASUR e delle Aziende Ospedaliere e delle Associazioni di genitori e pazienti;
  4. dà indicazione alle Aziende di investire in formazione del personale nel triennio 2015-2017;
  5. dà mandato all’ASUR di consolidare tre ambulatori specialistici nell’Area Vasta 1, Area Vasta 2 e Area Vasta 4;
  6. non prevede finanziamenti dedicati.

Le linee di indirizzo allegate alla DGR prevedono inoltre:

  1. la identificazione e descrizione dei livelli e setting assistenziali coinvolti: medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ambulatori e centri diurni, strutture residenziali e aree di degenza ospedaliere;
  2. definisce alcuni standard organizzativi per il livello ambulatoriale/diurno;
  3. identifica tre ambulatori specialistici dell’ASUR afferenti ai Dipartimenti di Salute Mentale delle Aree Vaste 1,2 e 4 (quest’ultimo a copertura anche delle AAVV 3 e 5) e uno presso la Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona (presso il presidio Salesi). Gli ambulatori dell’ASUR devono essere fisicamente fuori del DSM e possono avvalersi di sedi e professionisti delle Aziende Ospedaliere di Ancona e Pesaro;
  4. i ricoveri vengono previsti presso la Medicina Interna di Fano e Fermo, la Endocrinologia e Malattie del Ricambio e la Neuropsichiatria Infantile degli Ospedali Riuniti di Ancona;
  5. non si danno indicazioni per il livello residenziale e quello riabilitativo;
  6. viene istituito un Centro di Coordinamento Regionale.

A distanza di circa tre anni e mezzo vediamo cosa è successo.
Per capirlo non si può fare riferimento ad un sito istituzionale della Regione che al momento manca (o io non sono riuscito a trovarlo).
Navigando risulta che:

  1. la Regione Marche ha approvato una DGR integrativa, la DGR 1540/2016, che integra i setting assistenziali prevedendo anche il livello di ricovero ospedaliero nei reparti di riabilitazione codice 56. Vengono forniti standard organizzativi di riferimento che prevedono un approccio multidisciplinare con le professionalità già coinvolte negli altri livelli della rete dei DCA (specialisti di area psichiatrica e psicoterapica e di area internistico-nutrizionale). Sembra logico immaginare che tale DGR preluda ad un coinvolgimento del privato visto che allo stesso vengono periodicamente riconosciuti posti letto aggiuntivi del codice 56;
  2. l’ASUR con la Determina Dir Gen 376 del 18 giugno 2018 ha regolamentato il ricovero in fase acuta delle persone con DCA prese in carico dai servizi. La determina prevede che il ricovero avvenga nei reparti di medicina interna  collegati funzionalmente ai centri ambulatoriali dedicati e definisce una serie di aspetti clinico-organizzativi frutto di un gruppo di lavoro che ha coinvolto tutti i livelli ASUR della rete compresi i distretti. La determina conferma per i casi in età pediatrica il riferimento del Salesi per gli eventuali ricoveri;
  3. una delle sedi operative ASUR, quella di Fermo, si sta consolidando e costituisce già un riferimento importante per tutta l’area e non solo;
  4. dalla stampa locale è stato dato ampio risalto ad una iniziativa che si è tenuta sui DCA nel maggio 2017 presso l’ex convento di Montelatiere a San Marcello, vicino Jesi. Nel corso della iniziativa si è confermata la volontà di attivare quanto prima presso la struttura ospitante una attività residenziale sui DCA che coprirebbe un bisogno “scoperto” nella rete dei servizi;
  5. dal sito della Casa di Cura Villa Igea) si ricava il mantenimento di una attività di riabilitazione nutrizionale svolta in passato in posti letto contrattualizzati. Quale sia il rapporto attuale con la rete dei servizi pubblici non lo si ricava dagli atti reperibili in rete;
  6. l’ASUR nella conferenza stampa di commento al bilancio di attività 2017 ha incluso per il 2018 la rete per i DCA tra le sue priorità.

Nell’insieme la rete sui DCA sta lentamente crescendo nelle Marche e l’ASUR la sta correttamente inserendo tra le attività da presidiare e su cui investire anche in termini di formazione. Rimane molto da fare e tra le cose che mi permetto di suggerire c’è l’apertura di una area dedicata nel sito della Regione Marche (magari in quello dell’ARS) sulla falsariga di quello che si trova nel sito della Regione Veneto. Tra l’altro in questo sito è disponibile una sezione statistica che dà una buona idea di risorse e attività svolte da quella rete regionale (dati aggiornati al 2015).

Nella lunga strada per una risposta adeguata ai bisogni delle persone e delle loro famiglie la Regione Marche deve investire di più, in termini di risorse, indirizzo e coordinamento. In ogni caso l’ASUR si sta muovendo nella direzione giusta. Ma la strada è solo all’inizio e basta andare vicino, a Todi in Umbria per rendersene conto.

Ultimissima considerazione: la curva di apprendimento di una organizzazione che si vuole specializzare nella presa in carico di persone con DCA  è molto lunga e richiede personale motivato e dedicato in modo esclusivo.

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