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"In particolare, il consumo di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale è stimato in 14,4 miliardi di euro, di cui poco più del 40% attribuibile alla spesa per il consumo di cocaina e circa il 28% all’utilizzo di derivati della cannabis. A partire dai tassi di prevalenza per il 2015 l’Istat ha stimato un numero di utilizzatori di cannabis di 6,2 milioni e 1 milione di utilizzatori di cocaina. I consumatori di eroina risultano circa 285 mila e 590 mila circa sono gli utilizzatori di altre sostanze chimiche (ecstasy, LSD, amfetamine)".

Scorrendo la Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2017 per vedere cosa si dice della nostra Regione ci sono alcuni dati interessanti: il primo è relativo al valore molto elevato di sequestri di sostanze sequestrate (rispetto al 2016 è stato registrato un aumento consistenti nei sequestri +8.467%):

 

Significativo è poi il tasso di persone segnalate per 100.000 abitanti:

"Analizzando la distribuzione dei detenuti a livello territoriale, le regioni con la più alta quota di reclusi per reati in violazione dell’art. 73 DPR n. 309/1990, presenti alla fine del 2017, sono Umbria (40% circa) e Marche (40% circa)".

Rispetto alle risorse assegnate ai Dipartimenti delle dipendenze si evidenzia un dato che sembra adeguato rispetto alla popolazione (15,5 per 100.000 con un dato nazionale di 11,9), ma il numero dei soggetti in carico a ciascun operatore appare molto elevato (24,5 vs un dato nazionale di 18,1).

 

In effetti il dato degli utenti appare particolarmente alto nel quadro nazionale: 38 per 100.000 abitanti verso un dato medio di 21,4.

Il dato relativo ai decessi, pur in presenza di numeri molto limitati, registra una riduzione:

 

Positivo appare il dato relativo ad una delle misure di riduzione del danno: la distribuzione delle siringhe:

 

Significativo è il dati sui servizi offerti da parte delle strutture dei Dipartimenti delle Dipendenze e sugli interventi di prevenzione:

"Gli incontri e le serate rivolti a famiglie e/o genitori sono stati riportati da uno stesso numero di Regioni ma la porzione di territorio coinvolta è limitata o
rara, solo in Lombardia e nelle Marche si osserva il coinvolgimento della maggioranza dei luoghi rilevanti".

"Fra le attività maggiormente diffuse risultano i seminari per i genitori svolti prevalentemente presso i locali scolastici (11 Regioni), per metà delle stesse la copertura territoriale è scarsa, per 4 Regioni limitata, mentre le Marche e la PA di Bolzano hanno una copertura totale".

"Fra le strategie educative l’approccio tra pari è il più utilizzato, infatti 11 Regioni hanno promosso interventi peer to peer con una copertura territoriale estesa nelle Marche, in Basilicata, in Lombardia e in Molise, nelle altre Regioni è limitata o scarsa. Gli interventi specifici per genere riguardano una ristretta minoranza delle Regioni: Liguria, Marche e Campania li attuano, ma con copertura limitata, tali interventi riguardano distintamente i bisogni specifici di studentesse e di studenti".

Si tratta di dati su cui sarebbe utile promuovere un confronto ampio tra servizi sanitari, sociali e comunità per riflettere sulla programmazione futura di questo importante settore. I segnali che arrivano dal documento sono comunque positivi. Bene.

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