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Qui stiamo parlando della differenza tra la politica per il miglioramento della tutela della salute (politica sanitaria) e l'uso della sanità per promuovere l’immagine della politica che la governa (sanità politica). In ogni Regione c’è un po’ dell’una e un po’ dell’altra e allora vediamo qual è quella che pesa di più nelle Marche. A proposito: secondo me la sanità marchigiana è una buona sanità e chi la governa profonde il massimo impegno. Ma una parziale correzione di tiro è necessaria. Qui ne suggeriremo la direzione, al solito con una spinta gentile (Nudge (questa parola è quasi nuova): la spinta gentile).

E adesso la risposta alla domanda del titolo. Prima però un chiarimento sul termine di report: si tratta di elaborazioni statistiche che vengono pubblicate online con periodicità utilizzando i flussi statistici obbligatori (anche per le Marche) al fine di documentare i fenomeni ritenuti più importanti (liste di attesa, mobilità, assistenza domiciliare, etc). Quando si parla di documenti ci si riferisce qui, invece,  a testi pure online che in modo approfondito analizzano un problema utilizzando tutte le fonti di dati disponibili ai fini di orientare le scelte.

La politica sanitaria si riconosce facilmente. Il suo obiettivo è migliorare la qualità dei servizi resi attraverso il normale ciclo: analizzo i dati, scelgo gli obiettivi, decido le azioni, verifico i risultati e correggo (se c’è bisogno) il tiro. Gli strumenti di lavoro della politica sanitaria sono delibere e atti scritti in modo da chiarire obiettivi, responsabilità, tempi, risorse e indicatori di risultato. La politica sanitaria si riconosce perchè fa produrre report disponibili online che consentono a chiunque di valutare la qualità del dato e di monitorare l’andamento dei fenomeni sotto esame. A questo scopo i siti istituzionali delle regioni che fanno politica sanitaria hanno spazi dedicati ai sistemi di reporting e riportano i documenti  tecnici a supporto della programmazione, documenti che il più delle volte è l'Agenzia Regionale Sanitaria a predisporre.  In sintesi: le Regioni in cui è forte l'azione di politica sanitaria  producono report e documenti che ne motivano le scelte e ne monitorano l'impatto. Poi fanno anche i comunicati stampa. 

La sanità politica si riconosce anche lei facilmente. Non è appassionata ai report e ai documenti. In compenso è appassionata ai comunicati stampa in cui c'è un largo spazio dedicato alle assunzioni, alle tecnologie e alle risorse economiche aggiuntive messe a disposizione. La sanità politica da in queste occasioni anche dei numeri. Molto selezionati e quasi mai verificabili. In sintesi: la sanità politica fa comunicati stampa e si appassiona alle inaugurazioni.  Non è appassionata invece ai   report e documenti e qualche volta li scoraggia proprio. 

Chi pesa di più nelle Marche: la politica sanitaria o la sanità politica?

Ognuno può farsi una idea guardando i siti della Regione e vedere il peso attuale dei comunicati stampa e quello di report e documenti. Diciamo che ci sono spazi di miglioramento su cui si può lavorare da subito. La immagine di chi governa si avvantaggerà molto della capacità di non limitarsi a dire di avere fatto, ma di essere capace di dimostrarlo. 

La sanità politica i comunicati stampa li può scrivere scegliendo quel che conviene, ma per migliorare la performance regionale della griglia LEA (Campionato nazionale della sanità (Griglia LEA): i risultati 2015), del Sant’Anna (Campionato nazionale della sanità (Griglia LEA): la classifica dei sistemi regionali) e del Programma Nazionale Esiti (Sono usciti i quadri del PNE. Materie: volumi, esiti e ... treemap!) ci vuole anche la politica sanitaria. Quanto ai cittadini, si accontenterebbero di quest’ultima. Anche da sola.

In fondo basta miscelare la politica sanitaria di cui hanno bisogno i cittadini con la sanità politica di chi ha bisogno chi governa. Così che quando si allarga il servizio di eliambulanza, si compra la TAC più potente al mondo o si finanzia corposamente con i fondi della sanità dedicati alla prevenzione il progetto congiunto CONI, ASUR, Regione e MIUR "Marche in movimento con lo sport di classe" (per rimanere a degli investimenti recenti largamente pubblicizzati) si fa la solita conferenza stampa (sono tutte scelte importanti che lo meritano), ma si  mettono a disposizione in rete anche i dati che hanno supportato quelle scelte e quelli che verranno utilizzati per validarle. Poi dopo qualche mese, verifica a confronto con i portatori di interesse dell'area di intervento! 

Quindi due conferenze stampa al posto di una: una per dire cosa si sta per fare e una per dimostrare che si è fatta la cosa giusta (o per correggere il tiro, se necessario, perchè errare humanvm est, perseverare autem diabolicvm)

Proposta: perchè questa Giunta non approva un regolamento che disciplini a livello regionale la analisi di impatto (lettura interessate: L'AIR nel 2016. La relazione del Governo alle Camere, a pagina 25 sono citate diverse regioni... non la nostra), la verifica di impatto e la costruzione del percorso di condivisione degli atti in linea con quello che ha fatto il Senato (La valutazione delle politiche pubbliche)?

E quanti lamentano l'assenza di confronto (Sindacati in primis e associazioni dei cittadini) scopriranno con sorpresa che è la Regione a convocarli: prima della conferenza stampa (molto prima per una lettura dei documenti) e dopo per confermare insieme che il bersaglio è stato centrato!

 

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  • Questo commento non è stato pubblicato.
    Lucio Luchetta · 13/01/2018
    In questa fase mi sembra che la nostra Regione metta più impegno in sanità politica piuttosto che in politica sanitaria. Si fa sempre più fatica a rintracciare report o documenti di analisi. Spesso si assiste, invece, alla diffusione delle scelte organizzative, più o meno condivisibili, con spot pubblicitari sui media, conferenze stampa, inaugurazioni od altre forme di comunicazione: da quello che ho potuto leggere anche l’ultima conferenza stampa dell’ASUR ricalca questa impostazione. Spesso le decisioni, condivisibili o meno, vengono prese con carenza di coinvolgimento/comunicazione con il mondo professionale, le istituzioni, i sindacati e le rappresentanze dei cittadini. Senza un coinvolgimento dei professionisti un sistema sanitario rischia di perdere tante opportunità di miglioramento. Non so se questa sia una lettura reale ed obiettiva del nostro sistema, ma sicuramente sono le sensazioni che vengono riportate a me, anche se in pensione, da tante persone conosciute e con cui ho collaborato nella mia vita professionale. La recente vicenda della nostra Agenzia Sanitaria Regionale mi sembra confermare questo momento di criticità. Siccome siamo tutti uomini di mondo, non si pretende che si pratichi solo la politica sanitaria, ma ci si augurerebbe che almeno questa sia prevalente rispetto alla sanità politica, soprattutto nel momento, come dichiarato, che ci si accinge finalmente alla stesura del nuovo piano sanitario.
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