Con queste elezioni comunali magari qualcuno che ci legge viene eletto, magari addirittura sindaco. Che formidabile opportunità di avervi come decisore politico. E che responsabilità per voi. Se state preparando i vostri primi incontri perché non prendete questo spunto che vi offriamo: fare riconoscere alla vostra città lo status di citta amica degli anziani dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)? A proposito: potete farlo anche se siete già sindaci assessori o consiglieri comunali.
In Italia, che mi risulti, questo riconoscimento è stato fino ad oggi dato prima a Udine e poi, più di recente, ad Imperia. Ma di cosa si tratta? La storia di questo “premio” la ricostruisco, per pigrizia, dal sito di Abitare Sociale che così racconta:
L’invecchiamento e l’urbanizzazione della popolazione sono due tendenze globali che, insieme, costituiscono forze importanti che caratterizzano il secolo XXI. Man mano che le città crescono, la proporzione di residenti over 60 va aumentando sempre più. Gli anziani rappresentano una risorsa per le loro famiglie, per la comunità e per l’economia locale in situazioni di vita dove fungendo da sostentatori e facilitatori. L’OMS ritiene che l’invecchiamento attivo costituisca un processo che dura per tutta la vita ed è caratterizzato da vari fattori che, da soli e nel loro insieme complessivo, favoriscono la salute, la partecipazione e la sicurezza nella vita degli anziani.
Nel 2006 la Organizzazione Mondiale della Sanità riunì 33 città di 22 paesi in un progetto destinato a determinare i principali elementi dell’ambiente urbano che facilitano un invecchiamento attivo e salutare. Il risultato fu la pubblicazione di Città Amiche degli Anziani: una Guida allegata al documento nella quale si stabilisce una cornice nella quale trovare accordi per valutare l’adattamento delle città alle necesità delle persone anziane. Il Programma delle Città Amiche degli Anziani è dunque un progetto internazionale per aiutare le città a prepararsi alle tendenze demografiche mondiali: l’invecchiamento rapido della popolazione e la urbanizzazione crescente. Il Programma riguarda gli aspetti collegati ai fattori ambientali locali, sociali ed economici che influenzano la salute e il benessere delle persone anziane che vivono in città. Una città amica degli anziani è un ambiente urbano accessibile integrante e accessibile che favorisce l’invecchiamento attivo. Raggiungere il risultato della partecipazione attiva delle persone anziane è un elemento essenziale per qualsiasi città amica degli anziani. I suoi apporti sono importanti per valutare l’adattamento delle città, fissare priorità, proporre soluzioni e seguire i progressi realizzati
Basata su questa visione da parte dell’OMS su l’invecchiamento attivo, il proposito di questa Guida (nota di redazione: si tratta di una guida pubblicata per dare riferimenti culturali ed operativi alle comunità che si vogliono impegnare) è di fare in modo che le città si impegnino ad essere più “amiche delle rispettive età”, al fine di approfittare del potenziale che rappresentano le persone nelle diverse età per l’intera umanità. Una città amica degli anziani incoraggia dunque l’invecchiamento attivo mediante l’ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone man mano che invecchiano. In termini pratici, una città amica delle età adatta le sue strutture e servizi affinché siano accessibili ed includano gli anziani rispetto alle diverse necessità e capacità.
Le aree di intervento previste dall’OMS riguardano in particolare gli spazi esterni e gli edifici, i trasporti, la casa, la partecipazione sociale, il rispetto e l'inclusione sociale, la partecipazione civile e il lavoro e infine la comunicazione e l'informazione.
Quando avrete dei collaboratori da impegnare sul progetto fategli leggere i riferimenti per un approfondimento che mi ha suggerito Giovanni Lamura, ricercatore dell’INRCA, che ringrazio per la sua costante disponibilità:
- uno studio su esperienze innovative nel settore realizzate in Toscana, comprese quelle che fanno esplicito riferimento all’approccio di comunità (nota che in fondo c’è anche il link al lavoro originale per esteso);
- qui si trovano, da pagina 38 in poi, una serie di esperienze concrete nel settore (pur essendo un po' datato, è rimasto fino ad oggi un punto di riferimento per Age Platform, la federazione che ricomprende le organizzazioni di persone anziane più grande d’Europa);
- una guida realizzata in Australia, ma in italiano, per favorire l’adozione di un approccio di comunità all’anziano anche da parte dei numerosi immigrati di origine italiana presenti nel Paese (mi sembra interessante per l’approccio altamente pragmatico tipico di questo paese);
- poi ci sono sono le nuove linee guida dell’OMS in materia di assistenza integrata per la popolazione anziana, che sottolineano l’importanza dell’approccio di comunità (sono in inglese, ma disponibili anche in francese e spagnolo, purtroppo non ancora in italiano).