La sentenza sulla tua vicenda ha aperto la possibilità di avere un ulteriore passo in avanti nella gestione del fine vita, a fronte dell'inerzia del Parlamento, quali sono secondo te le prospettive?
Attendiamo la pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale (ndr: le domande sono precedenti all'uscita delle motivazioni) per sapere quanto la possibilità di ottenere l'aiuto alla morte volontaria in determinate condizioni di sofferenza insopportabile e malattia irreversibile sarà direttamente applicabile. Al Parlamento invece continueremo a chiedere, anche attraverso le iniziative di disobbedienza civile in corso, di approvare una legge per la legalizzazione dell'eutanasia.
La posizione assunta dal presidente della Federazione degli Ordini dei Medici è davvero sorprendente (qualsiasi sarà la normativa i medici italiani si atterranno al codice deontologico), ma non è ancora più stupefacente il numero minimo di medici sottoscrittori della petizione contro questa presa di posizione?
I medici sono obbligati a rispettare la legge, che vale di più del codice deontologico. In realtà si tratta di un falso problema perché nessuno ha l'obiettivo di imporre nulla a un singolo medico, ma vogliamo solo garantire a tutti quei medici che sentono come proprio dovere professionale quello di rispettare le volontà del paziente di poterlo fare senza problemi, e garantire ai pazienti di non vedere calpestata la propria volontà. I medici che hanno reagito alle minacce dell'ordine sono ancora pochi, ma credo che la consapevolezza dell'importanza del tema è destinata ad aumentare.
Un cittadino ha aperto il percorso per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge elettorale, un cittadino apre un varco per una nuova regolamentazione del fine vita: è un dato fisiologico o patologico per il nostro Paese?
Non è patologico il fatto che alcuni diritti fondamentali siano fatti rispettare attraverso i giudici, ma è patologico che le assemblee legislative spesso non siano in grado di arrivarci autonomamente.
A che punto è la tua lotta per la libertà di ricerca scientifica? quali le prossime azioni?
In Italia i peggiori divieti sono ancora in vigore, in particolare la proibizione della modificazione genetica in campo vegetale e il divieto di ricerca a fini terapeutici sugli embrioni umani. Oltre a presentare proposte di riforma in entrambi tali ambiti, ci muoviamo a livello internazionale affinché sia data attuazione alle convenzioni dell'ONU laddove è previsto il diritto "a beneficiare dei risultati del progresso scientifico e delle sue applicazioni" in quanto diritto umano fondamentale.
Infine, come si può essere concretamente vicini a Marco Cappato?
Iscrivendosi all'Associazione Luca Coscioni o sostenendo la campagna Eutanasia legale si fa qualcosa di ancora più utile che essere vicini a me: si è vicini ai diritti di tutti i cittadini, anche di quelli che poi decideranno di non avvalersi delle libertà che faticosamente stiamo conquistando.