Di recente in questo blog un intervento di Andrea Soccetti ed una sua successiva intervista hanno sottolineato l'importanza che le attività connesse alla gestione del rischio clinico e della promozione della qualità siano sostenute da forti scelte ed investimenti regionali ed aziendali. Venerdì scorso si è tenuto a Fano, promosso dal dott. Di Bernardo (direttore dell'UOC Rischio Clinico e Governo Clinico dell'ASUR Area Vasta 1), un interessantissimo evento formativo sull'esperienza siciliana in materia di gestione del rischio (ma poi la cosa si è allargata più in generale alla promozione della qualità dell'assistenza) che da una risposta agli stimoli di Soccetti.
Tommaso Mannone, risk manager dell'Azienda Ospedali Riuniti “Villa Sofia-Cervello” di Palermo e Ignazia Lo Burgio, Coordinatrice dell'UO di Medicina ma anche referente operativa del progetto, hanno illustrato questo metodo di analisi della documentazione clinica, sviluppato in tutte le strutture regionali, volto ad individuare "indizi" di eventi avversi tramite la verifica mensile su un campione di cartelle cliniche selezionate casualmente. La metodologia Global Trigger Tool, introdotta dall’Institute for Healthcare Improvement, Cambridge, Massachusetts, USA, fornisce strumenti idonei ad identificare errori ed eventi avversi e a monitorarne il loro andamento nel tempo: tale monitoraggio consente di valutare se le azioni correttive che sono state introdotte stanno migliorando la sicurezza dei processi di cura. Il sistema è gestito, dopo una prima fase su carta, tramite un applicativo via web regionale che consente di avere un ritorno di informazioni.
Di pari interesse anche la presentazione del progetto sviluppato per l'introduzione degli standard della Joint Commission; grazie alla rete, diamo la parola a Tommaso (nome che come ha fatto notare lui stesso è quanto mai appropriato per un risk manager...):
L'intero progetto, a regime da 2 anni, è stato avviato con un progetto finanziato dalla Regione Sicilia con 350.000 €: perchè non sviluppare una simile esperienza nella nostra Regione? Costerebbe poco e si avvantaggerebbe di quanto appreso dai colleghi siciliani, oltre che dell'esperienza di tanti Colleghi che nelle Marche lavorano sugli stessi temi.
Anche in questo caso (Ma perché non copiamo da quel secchione del compagno di banco e non torniamo indietro di qualche anno?) perchè non chiediamo agli amici (siciliani in questo caso) di aiutarci ad avviare una esperienza nella nostra Regione?
PS: in rete è reperibile il video di questo evento sul progetto della Regione Sicilia del maggio 2016: